(Rinnovabili.it) – Percorso strano quello dell’efficienza energetica in Italia. Tra gli obiettivi principali posti a livello comunitario per affrontare la questione climatico-ambientale e riconosciuto volano di crescita economica ed occupazionale, nel Bel Paese trova un terreno a volte sdrucciolevole. Lo sa bene Confindustria, da sempre sostenitrice del ruolo svolto dall’uso intelligente delle risorse nel campo delle attività industriali così come in quello della gestione del patrimonio edilizio, nel settore dei trasporti e delle infrastrutture. Già nel luglio del 2006 Emma Marcegaglia costituì la _Task Force Efficienza Energetica_ per individuare possibili scenari tecnologici dai quali trarre indicazioni di politica energetica, coinvolgendo tutte le associazioni del sistema confindustriale. Un tema centrale riportato sotto riflettori anche in occasione dell’audizione al Senato lo scorso 2 febbraio in merito allo schema di recepimento della Direttiva comunitaria sulle fonti rinnovabili. Dalle pagine del testo l’Associazione degli industriali esprime la necessità di un forte sollecito da parte della Commissione all’azione del Governo affinché venga predisposto il _Piano Straordinario per l’efficienza energetica_ previsto dalla legge 99/09 e tuttora in grave ritardo. Nel documento vengono segnalati anche diversi punti importanti come l’individuazione di misure volte ad assicurare l’equilibrio tra l’offerta dei titoli di efficienza energetica e gli obiettivi di efficienza definiti nel D.M. 21 Dicembre 2007, la previsione d’una esplicita incentivazione delle tecnologie utili al recupero termico destinato ai fini energetici prevedere che l’applicazione delle eventuali sanzioni da parte dell’Autorità per l’Energia Elettrica ed il Gas per il mancato raggiungimento dell’obiettivo o l’attuazione della normativa esistente (art. 4 punto 4 c del D.Lgs. 115/2008) che prevede che l’Agenzia Nazionale per l’Efficienza Energetica definisca metodologie specifiche per l’attuazione del meccanismo dei certificati bianchi. E Confindustria torna oggi alla carica chiedendo al Governo di reintrodurre quegli incentivi dedicati al settore dell’efficienza, in parte eliminati lo scorso anno, che avrebbero il potenziale di aggiungere “uno 0,4% al Pil creando 800 mila posti di lavoro”. A margine del Mobility Conference 2011 tenutasi ieri a Milano, Marcegaglia ha sottolineato come quegli stimoli, a fronte ovviamente di un costo di 1,5 miliardi di euro l’anno, avrebbero comportato risparmi duplicati sulla bolletta energetica dell’ordine di 3 miliardi. Nel discorso non potevano mancare i due temi caldi del momento almeno sul piano energetico, vale a dire nucleare e regime incentivanti per le eco-energie. E se il primo viene riceve il “go on” del numero uno di Confindustria meno bene se la passano le energie verdi. “Il Paese deve investire in fonti rinnovabili, ma con una graduale riduzione degli incentivi, che sono tra più alti in Europa”.