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L’economia rinnovabile sotto la lente dell’Irex Annual Report

Crescono gli investimenti nelle rinnovabili nel nostro paese: negli ultimi due anni, 389 operazioni fra nuovi impianti e attività di finanza straordinaria e 4.127 MW istallati

(Rinnovabili.it) – L’Italia non smette di investire nelle energie pulite e proprio grazie alle rinnovabili entro pochi anni potrebbe arrivare un rilancio per l’intera economia. A fotografare questa condizione felice per tutto il comparto i dati che sono stati comunicati nel corso l’Irex annual report 2010, “Economia Rinnovabile”. Il nostro paese ha raggiunto ormai il terzo posto in Europa per capacità installata, con un totale, nel biennio 2008-2009, di 389 operazioni fra investimenti in nuovi impianti e attività di finanza straordinaria, per un totale di circa 6,5 miliardi di euro e 4.127 MW istallati.
Un segnale molto positivo per il mercato che ora guarda con interesse alla data del 2020. Da qui ai prossimi dieci anni, infatti, sempre secondo un’analisi costi-benefici condotta da “Althesys”:https://www.althesys.com/, si potrebbe generare per l’Italia un beneficio economico stimato fra 23,6 e i 27 miliardi di euro.
Le analisi condotte dalla società, però, hanno messo in luce anche la necessità di rivedere la politica degli incentivi che ha fortemente favorito lo sviluppo di tutto il settore, senza dimenticare gli obiettivi europei che prevedono un 17% di energia “verde” sul consumo. Nel corso del report sono stati presi in esame anche i costi, che oscillano tra gli 80 e 104 miliardi di euro con una ricaduta economica positiva, in termini di occupazione, riduzione di emissioni di CO2 e incidenza sul Pil, tra i 103 e i 131 miliardi.
Nodo ancora persistente anche la mancanza di compattazione del comparto rinnovabili: “La frammentazione e la numerosità di operatori, anche piccoli, sono elementi che caratterizzano la prima fase di forte sviluppo delle rinnovabili – sottolinea Alessandro Marangoni, Ceo di Althesys e autore dell’Irex Annual Report. – Questa fase, che il nostro paese sta attraversando, è favorita da attese di alti ritorni dagli investimenti e da barriere all’ingresso più basse di quelle presenti nei mercati energetici tradizionali”. “È tuttavia prevedibile che alla fase di crescita, rapida e per certi versi disordinata segua un processo di progressivo consolidamento con l’uscita o l’assorbimento degli operatori minori o più fragili”, conclude Marangoni.
E’ indubbio però, come sottolineato dallo studio, che esista una forza intriseca per il settore analizzabile anche dall’andamento in Borsa delle aziende “pure” renewable quotate. Il rapporto ha infatti scoperto che le rinnovabili sono più stabili del petrolio, con performance superiori al mercato in generale e, nonostante la limitata capitalizzazione, una maggior stabilità rispetto al segmento oil&gas.

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