Il Consiglio europeo dei ministri dell’Economia ha adottato oggi le misure stabilite dalla Commissione UE a marzo 2009 per tutelare l’industria CE di biodiesel
(Rinnovabili.it) – L’European Biodiesel Board (EBB), l’associazione che rappresenta i principali produttori di biocarburanti a livello europeo, plaude oggi l’approvazione da parte del Consiglio europeo dei Ministri dell’Economia (Ecofin) del regolamento riportante le misure antidumping (11084/09) e compensative (11080/09) sulle esportazioni di biodiesel statunitense. Questa si presenta per l’EBB come la conclusione positiva delle due denunce presentate dalla stessa piattaforma nei primi mesi del 2008 a fronte della distorsione del mercato provocata dalle importazioni di B99.
La situazione denunciata vedeva infatti sussidi particolarmente vantaggiosi concessi al prodotto Usa che per oltre 2 anni è stato venduto sul mercato comunitario a prezzi più bassi delle stesse materie prime utilizzate nell’industria europea per produrre il biodiesel. “La decisione odierna del Consiglio dei Ministri conferma che le indicazioni degli Stati Uniti sono state fuorvianti e controproducenti”, ha affermato il Segretario Generale EBB Raffaello Garofalo. Le proposte della Commissione Europea per le risoluzioni definitive hanno ricevuto il sostegno della maggioranza degli Stati Membri. I dazi antidumping, che saranno pubblicati in Gazzetta entro il 12 luglio, vanno dai 68,6 euro a tonnellata ai 198 €/ton e i compensativi da 211,2 a 237 €/ton e saranno applicati per un periodo di cinque anni.
“Con l’imposizione di misure dissuasive, – recita una nota stampa dell’EBB – l’UE sta aprendo la strada ad un giusto e sostenibile di mercato comunitario del biodiesel, che consenta agli operatori di raccogliere i frutti degli investimenti sostenuti nel processo produttivo”.
La prossima priorità per l’Associazione sarà quella di garantire il pieno rispetto delle misure e per tale motivo è già in contatto con le autorità UE al fine di monitorare e segnalare qualsiasi spedizione di biodiesel statunitense che possa entrare in maniera fraudolenta nel mercato europeo, direttamente o indirettamente attraverso paesi terzi.