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L’auto futura: piccola utile ed efficiente

Si terrà a Roma il prossimo 3 ottobre il convegno “L’auto futura: piccola utile ed efficiente” promosso da Amici della Terra e ISAT

L’Unione Europea si avvia ad approvare nei prossimi mesi una normativa vincolante per la riduzione dei consumi di carburante e delle emissioni di CO2 delle auto, che impone alle case automobilistiche un obiettivo complessivo di 130 g di CO2/km sul venduto comunitario. In vista di questo passo importante si terrà a Roma il prossimo 3 ottobre il convegno “L’auto futura: piccola utile ed efficiente” promosso da Amici della Terra e ISAT (Istituto per le scelte ambientali e tecnologiche). Ad aprire la giornata la relazione curata dall’ISAT “La proposta di regolamento per la riduzione delle emissioni di CO2 delle auto: contenuti, analisi ed elementi a supporto della posizione italiana”.
“Il regolamento – spiega l’associazione ambientalista – è un passo importante per la riduzione delle emissioni di CO2 delle automobili, in continua crescita da molti anni, ma le specifiche misure previste sono ancora controverse. In particolare, esse non appaiono coerenti con la strategia comunitaria per la riduzione delle emissioni di gas serra del 20% al 2020 e con quelle di internalizzazione dei costi esterni recentemente ribadite dalla Commissione attraverso la revisione dei criteri comunitari di pedaggiamento dei trasporti su strada (Greening Transport Package)”.
“Sarebbe controproducente, – continua – infatti, rispetto agli obiettivi di ridurre le emissioni e di contenere la congestione dei trasporti su strada, concedere flessibilità sulle emissioni di CO2 ai produttori di auto più pesanti, a scapito dei produttori di auto più leggere. Una misura ambientale efficace dovrebbe, piuttosto, fissare una soglia di emissioni uguale per tutti i produttori soddisfacendo la domanda di flessibilità dell’industria con strumenti economici, come un mercato di permessi di emissione, più adatti anche per promuovere l’innovazione tecnologica e contenere i consumi energetici e le emissioni di CO2 dei trasporti. In questo modo verrebbe anche favorito un cambiamento nei comportamenti dei consumatori europei verso una mobilità privata più sobria e ambientalmente sostenibile”.