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L’ambiente urbano italiano sotto la lente dell’Istat

Sono stati diffusi questa mattina i dati della rilevazione compiuta dall’Istat sugli “Indicatori Ambientali Urbani”:https://www.istat.it/salastampa/comunicati/in_calendario/indamb/20100728_00/testointegrale20100728.pdf relativi al 2009. Un’indagine con la quale l’istituto di statistica ha fotografato la condizione ambientale complessiva del nostro Paese, analizzando i dati relativi alla qualità dell’aria e all’inquinamento atmosferico, all’inquinamento acustico, ai trasporti, al verde urbano, alla produzione e alla raccolta dei rifiuti, alle risorse idriche e al settore energetico. Un complesso lavoro di indagine e di analisi che ha coinvolto oltre agli uffici di statistica comunali anche molte altre istituzioni su tutto il territorio. In particolare sono stati presi in esame i dati riferiti a 116 capoluoghi di provincia in cui risiede il 29,8% della popolazione totale del Paese (quasi 18 milioni di persone).
Ciò che emerge dall’indagine Indicatori Ambientali Urbani è una condizione in lieve miglioramento per alcuni indicatori ambientali in Italia. Nel 2009, per determinati fattori, è stata registrata una riduzione della pressione esercitata dalle attività umane sull’ambiente. Lo scorso anno è stato rilevato un buon andamento per il numero medio di superamenti del valore limite del PM10, per i rifiuti urbani raccolti (-1,5%) e per il consumo domestico di acqua (-0,7%). Un andamento positivo in termini generali è stato valutato anche per la raccolta differenziata (la quale rappresenta il 30,4% della produzione di rifiuti urbani) che è salita di quasi due punti percentuali. Meno incoraggianti, invece, sono stati altri dati significativi che riguardano i trasporti e la mobilità urbana. Tra gli indicatori che hanno presentato andamenti sfavorevoli, l’Istat ha segnalato l’aumento dei motocicli per mille abitanti (+3,9%) il tasso di motorizzazione (+0,4%), nonché la riduzione della domanda di trasporto pubblico (-0,7%).
Nel 2009 è aumentato anche il numero di Comuni che hanno messo in atto gli interventi di tutela ambientale. Rovigo, Siena e Oristano, ad esempio, hanno esteso il servizio di raccolta differenziata al totale della popolazione residente, mentre le amministrazioni comunali di Cosenza e Trapani si sono dotate di centraline fisse per il monitoraggio della qualità dell’aria. I Comuni che più di tutti hanno dimostrato di essere rispettosi delle compatibilità ambientali (calcolate grazie a parametri che tengono conto di tutti i principali indicatori di cause generatrici di pressioni ambientali e di risposte da parte delle autorità) sono stati, però, nel 2009 Trento, Venezia, Bologna e Foggia. La maglia nera, invece, è toccata a quattro comuni delle Isole: Siracusa, Iglesias, Olbia e Catania.

*Energia* L’indagine Indicatori Ambientali Urbani si è anche concentrata sull’analisi del comparto energetico. Nel 2009 l’Istat ha rilevato un’attenzione sempre crescente delle amministrazioni comunali verso le problematiche connesse ai consumi energetici, con un investimento crescente in fonti energetiche pulite. Varie amministrazioni hanno predisposto in misura crescente forme di teleriscaldamento, facendo passare il numero dei Comuni in cui era presente una rete di teleriscaldamento dagli otto del 2000 ai 28 del 2009, con 5 comuni in più rispetto al 2008. Ottimi gli andamenti anche delle altre fonti energetiche alternative come il solare termico e il fotovoltaico che si sarebbero diffuse in Italia indipendentemente dalla collocazione geografica dei Comuni. In particolare, per il solare termico, i metri quadri installati ogni 1.000 abitanti sugli edifici comunali sono passati da 0,01 m2 nel 2000 a 0,7 m2 nel 2009, con un incremento del 57,1% rispetto al 2008. Contemporaneamente il numero di Comuni che dichiara di installarli è passato da 3 nel 2000 a 59 nel 2009.
Per ciò che riguarda, invece, il fotovoltaico, nel 2009 ben 69 comuni su 116 oggetto della rilevazione, hanno dichiarato di ricorre all’impiego di tale tecnologia: attualmente la potenza media installata sugli edifici comunali è arrivata a 0,5 kW ogni 1000 abitanti, mentre nel 2000 tale potenza media era praticamente nulla e un solo comune dichiarava di utilizzare pannelli fotovoltaici sui propri edifici. Nel 2009 il Piano Energetico Comunale – PEC (ovvero il Piano che i Comuni superiori a 50.000 abitanti devono predisporre per individuare le linee di indirizzo strategico nel settore dell’Energia e verificare l’esistenza delle condizioni e delle risorse per la loro attuazione) risultata essere stato approvato in 43 comuni, 25 al Nord e 8 al Centro e 10 al Sud. Una situazione che, nel complesso, è migliorata sia rispetto al 2008 che al 2000, quando il numero dei Comuni risultava rispettivamente pari a 40 (tre in meno) e 17 (26 in meno).

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