Rinnovabili

Kyoto: Regioni ed enti locali hanno un ruolo indispensabile

Dagli obiettivi del protocollo Kyoto ci separa un divario di oltre 90 milioni di tonnellate di Co2, che in termini economici si traduce in un’importante emergenza nazionale, che rischia di aggravarsi ad ogni ritardo. Questo è lo scenario emerso nel corso del convegno al Campidoglio che rilancia il ruolo delle Regioni e degli Enti locali per il raggiungimento degli obiettivi assegnati all’Italia dall’Unione europea. Risulta necessario quindi che, una volta definiti i target nazionali sulla produzione da fonti rinnovabili, le Regioni adeguino velocemente i propri piani energetici, fondamentali per consentire al Paese di raggiungere l’obiettivo di triplicare, in soli 13 anni, l’attuale contributo delle rinnovabili. E ha ribadirne l’importanza è anche il ministro dell’Ambiente uscente del governo Prodi, Alfonso Pecoraro Scanio, secondo cui “non è possibile raggiungere un obiettivo nazionale italiano se non introduciamo finalmente dei target regionali e diamo la possibilità alle varie Regioni, ma anche a comuni e province, di ridurre le emissioni di CO2”. Il ministro ha anche ricordato i “ più di 800 milioni di euro in Finanziaria a sostegno di attività delle Regioni per la riduzione della CO2, incluso il fondo rotativo di 600 milioni di euro per Kyoto, attualmente bloccato in Conferenza Stato-Regioni, che spero liberi rapidamente”. Parla di “responsabilizzazione delle Regioni” per il raggiungimento degli obiettivi nazionali anche Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente della Camera, “in maniera tale che ci sia una coerenza tra le indicazioni dal punto di vista legislativo e quel che sul territorio accade”. Soprattutto quando si ha a che fare con incentivi sulle fonti verdi che – a detta di Realacci, ha ribadito al convegno organizzato da Kyoto Club -sono i migliori in Europa”.

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