A seguito della riunione dell'ASEAN, che sarà presente al Summit sul Clima, è stato diffuso il messaggio dei ministri dell'Ambiente consapevoli della condizione di fragilità climatica della loro regione, particolarmente minacciata dall'innalzamento della temperatura
(Rinnovabili.it) – L’Associazione delle Nazioni del Sud Est Asiatico (ASEAN), comprendente Indonesia, Thailandia, Filippine, Malesia, Vietnam, Brunei, Singapore, Myanmar, Laos e Cambogia, sarà presente al prossimo vertice delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico con una posizione comune: ridurre le emissioni per evitare la catastrofe.
I dieci Paesi della regione hanno raggiunto l’accordo a seguito di una riunione durata l’intero fine settimana svoltasi nella città turistica di Hua Hin, in Thailandia, alla presenza dei Ministri dell’Ambiente.
La proposta redatta si limita a mantenere la soglia dell’innalzamento della temperatura globale sotto i 2°C, proponendo una concentrazione massima degli inquinanti in atmosfera pari 450 ppm (parti per milione), pur senza fissare delle scadenze.
Suwit Khunkitti, ministro tailandese dell’Ambiente e delle Risorse Naturali, ha dichiarato ai giornalisti che durante la riunione si è discusso anche sull’importanza di far fissare dei limiti di emissioni ai Paesi in via di sviluppo. Suwit ha sottolineato che, nel caso dei paesi membri dell’ASEAN, ogni Stato proporrà in maniera autonoma una serie di misure che dovranno essere però concordate con gli altri.
Un altro punto chiave della discussione concerne nello stabilire un fondo necessario ad apportare migliorie volte alla diminuzione delle emissioni nocive pari allo 0,5% del PIL. La maggior parte del fondo sarà finanziato dallo Stato e destinato ai Paesi in via di sviluppo.
I Paesi dell’Asean sono particolarmente sensibili al problema climatico a causa della loro posizione geografica: il sud-est asiatico risulta infatti una delle zone maggiormente colpite da eventi climatici di straordinaria intensità e frequenza conseguenza del climate change.
Uno studio della Banca Asiatica dello Sviluppo ha analizzato come l’andamento negativo dell’economia sia, in questa zona, strettamente legata al cambiamento climatico. Prevedendo quindi un’ulteriore intensificazione di questi fenomeni atmosferici con danni alla popolazione e all’ambiente, più che in ogni altra parte del Pianeta, si prevede anche un conseguente disastro economico.
Il mancato raggiungimento di un accordo a Copenhagen potrebbe quindi, secondo gli esperti, portare ad un aumento della temperatura della zona che sfiorerebbe i 5°C con un innalzamento del livello degli oceani di 70 centimetri e la sparizione del 75% delle colture di riso, alimento base delle popolazioni del sud-est asiatico. E, qualora ciò si verificasse, si troverebbero ad affrontare persino una crisi alimentare.