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Italiani attratti dai prodotti green ma ancora confusi sulle “eco-label”

Presentata oggi da Underwriters Laboratories la ricerca condotta in collaborazione con GfK Eurisko “Prodotti green: avvertenze d’uso”. Per l’84% del campione quella dei “prodotti verdi” non è solo una moda, ma 4 italiani su 5 vorrebbero più informazioni al momento dell’acquisto

(Rinnovabili.it) – E’ un’analisi che indaga a fondo nei comportamenti e nella propensione all’acquisto e al consumo dei “prodotti green” quella che è stata realizzata dall’istituto di ricerca GfK Eurisko e presentata oggi da UL – Underwriters Laboratories a Milano. Un’analisi che è stata ribattezzata _Prodotti green: avvertenze d’uso,_ commissionata con l’obiettivo di comprendere l’atteggiamento degli italiani di fronte ai prodotti eco, green o clean, ovvero quei prodotti presentati con caratteristiche di eco-compatibilità. Un atteggiamento che sembra ormai essere maturo, dal momento che per l’84% del campione intervistato quella dei “prodotti green” non è solo una moda passeggera ma il frutto di una scelta di protezione dell’ambiente che si coniuga con la responsabilità sociale. Una propensione dunque positiva che si può riscontare anche nella fiducia che gli italiani hanno nelle aziende che promuovo la“green philosophy” che ha il suo contraltare, per il 74% del campione, nella disponibilità a “punire” invece quelle aziende che mettono in campo comportamenti irresponsabili verso l’ambiente non acquistando più i loro prodotti.

Luci che nascondono, però, anche qualche ombra soprattutto quando si tratta di dover spendere di più per acquistare un prodotto eco-compatibie. Solo il 3% degli intervistati è infatti disposto ad acquistare ad un costo maggiorato, perché l’orientamento prevalente degli italiani presuppone, al contrario, un impegno economico maggiore dei singoli produttori invece che dei consumatori finali. Grande anche la confusione che il report ha rilevato in particolare nell’ambito delle conoscenze sulla “classificazione energetica”: malgrado incentivi statali e campagne di pubblicità progresso secondo l’indagine un italiano su tre confonde ancora la classe energetica A con quella C, immaginando che la prima sia meno efficiente.
Incertezze e confusione che, però, non scoraggiano i consumatori italiani nel chiedere alle aziende di produrre prodotti eco-sostenibili, sebbene per più dell’80% del campione sia necessaria una maggiore chiarezza e informazione anche al momento dell’acquisto. Una necessità resa sempre più evidente dal ricorrere delle aziende al cosiddetto “greenwash” ossia la pratica di produrre dichiarazioni non sostanziate o fuorvianti riguardo ai presunti benefici dei prodotti dal punto di vista ambientale. Un fenomeno in ascesa a livello globale, come ha rilevato oggi Marcello Manca, Vice Presidente di UL Environment, e a.d. di UL in Italia, che rende necessaria un’azione di trasparenza e di controllo sulle dichiarazioni e sulle certificazioni verdi che per il 67% degli intervistati non devono solo essere attendibili ma anche verificabili nel tempo.

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