Rinnovabili

Italia: un patrimonio nazionale da ecosostenere

Il giornalista Leo Hickman, nota firma di the Guardian, nel 2006 decise di provare a vivere in modo sostenibile, coinvolgendo in questa scelta moglie e figli, e sperimentando per un anno intero la possibilità di stare al mondo senza mai violare precisi principi etico-ecologici. Questo ha significato anche verificare se una vacanza vissuta in modo ecocompatibile fosse un progetto realmente attuabile o un idea impossibile da praticare. Ora, reduce da un’inchiesta di un anno nell’industria del turismo globale, lancia il suo monito: “Basta col turismo fast food, la vacanza parassitaria. È ora di assumersi le proprie responsabilità”. Un appello a favore di viaggi più ragionati e soprattutto più responsabili. Ma quanto è possibile nella realtà praticare un “turismo sostenibile”? E quanto la stessa industria di settore fa per andare incontro all’attuale domanda di eco responsabilità? Il panorama mondiale offre diverse soluzioni a favore di vacanze ecologiche: resort ad impatto zero, villaggi carbon neutral, eco-hotel, sono solo alcune delle scelte disponibili che vanno aumentando di anno in anno, ora che la “green economy” ha invaso anche il settore turistico. E’ di pochi giorni fa la notizia della prima struttura alberghiera ecologica della Cina: sorta a Shangai sarà in grado di calcolare tutte le emissioni di Co2 prodotte dalla conduzione dell’hotel e neutralizzarle acquistando crediti di investimento in progetti concreti, volti alla riduzione delle emissioni e alla sostenibilitá su tutto il territorio cinese. Incominciano a farsi strada veri e propri pacchetti di viaggi ecologici, a favore di piccole strutture ricettive in paradisi naturali, in collaborazione con albergatori del luogo e associazioni ambientaliste. Nascono siti come “www.lowcarbontravel.com”:https://www.lowcarbontravel.com, per viaggiare nel mondo senza mai usare l’aereo o come “www.carbonneutraltourism.co.uk”:https://www.carbonneutraltourism.co.uk, gestito da una community di viaggiatori “consapevoli” per consigliare vacanze low impact. Non mancano interessanti proposte dal mondo politico, come quella del ministro degli Esteri britannico, David Miliband, che ha presentato l’idea di razionare l’emissione di Co2, attraverso un credito di carbonio annuale da mettere su una card (ogni volta che si prende un aereo, questa quota diminuirebbe). L’Italia arranca dietro a sviluppi così ampi, ma fa pur sempre la sua parte e le risorse per una vacanza che non distrugga gli equilibri ecologici del territorio non mancano. Legambiente coordina da tempo il progetto “alberghi ecologici”, circa 300 hotel con l’etichetta Ecolabel, “Consigliato per l’impegno in difesa dell’ambiente”, che rispondono ai molteplici criteri, dal risparmio energetico alla raccolta differenziata. L’iniziativa, che ha visto una continua crescita di adesioni, specialmente in Emilia Romagna e Marche, prevede un decalogo stabilito dalla associazione ambientalista, che le strutture ricettive aderenti devono impegnarsi a rispettare, definendo così un elenco di alberghi garantiti per l’impegno in difesa dell’ambiente. L’etichetta ecologica è stata lanciata da legambiente nel 1997 per contraddistinguere hotel, camping, agriturismi, ostelli per la gioventù, residence, B&B, che adottino misure per ridurre l’impatto delle proprie attività e per promuovere il territorio circostante, coinvolgendo gli operatori locali e i turisti in una scelta duratura e consapevole. Diverse anche le iniziative a livello locale: dalla nascita di associazioni come lo “Slow tourism” del Comune di Spoleto, un movimento di promozione del turismo responsabile e sostenibile, per la tutela e la salvaguardia delle località turistiche di pregio, attraverso la formazione ed informazione sia del “viaggiatore” sia del residente, all’“albergo diffuso” finanziato dalla Regione Liguria, una struttura ricettiva orizzontale con camere e servizi dislocati in edifici diversi, particolarmente adatta per borghi e centri storici di interesse artistico ed architettonico. E sempre più spesso prendono piede in zone costiere, aree interne, città d’arte e parchi naturali, singole strutture che cominciano a rivolgere la loro attenzione ai temi dell’ambiente e del risparmio energetico, soprattutto in termini di scelte concrete. Un esempio per tutti l’Eco2Hotel, l’albergo eco-efficiente a bassa emissione di carbonio. Un progetto voluto e patrocinato dal Ministero dell’Ambiente, in cui verrà servito caffè bio-equosolidale tostato con energia solare e le scale saranno concepite come un percorso fitness al posto degli ascensori, dove ai clienti verranno offerti menù a chilometraggio certificato (gli ingredienti arrivano da un raggio di massimo 30, 60 e 90 km dall’hotel) e kit di benvenuto per sensibilizzare sui consumi energetici. Un panorama ampio dunque, a cui vanno ad aggiungersi gradualmente nuovi progetti, pubblici o privati, siti di settore e fiere a tema. Nonostante ciò il passo principale a favore di una vacanza davvero sostenibile spetta ancora al turista stesso e alla sua sensibilità.

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