Rinnovabili

Italia, troppa burocrazia danneggia le rinnovabili

Da quanto riporta “Renewable Energy Country Attractiveness Index”, lo studio svolto da Ernst & Young che prende in esame i 25 principali mercati nazionali di energia rinnovabile, il Vecchio continente sta rapidamente guadagnando terreno nei confronti degli Stati Uniti. L’Europa avanza dunque, anche grazie all’obiettivo di incremento posto dall’UE per il 2020, mentre l’Italia faticosamente rimane stabile al settimo posto a causa delle lentezze burocratiche. A risalire la cima è la Germania che si piazza subito dietro al primo posto degli USA, in seguito al forte slancio determinato dalla recente normativa che impone l’utilizzo di strumenti di riscaldamento a energia rinnovabile per tutte le nuove costruzioni realizzate dopo il 1 gennaio 2009. “Al nostro paese viene riconosciuto lo sforzo relativo alla revisione dei programmi d’incentivazione piuttosto che la vivacità del mercato rispetto agli investimenti nella produzione da rinnovabili” afferma Daniele Agostini, Senior Manager della Ernst & Young in Italia. “Purtroppo continuiamo ad essere penalizzati dalla lentezza con cui alcune delle nostre norme diventano operative”. Un ulteriore problema è costituito dall’orizzonte temporale degli investimenti: “Se da una parte osserviamo un alto livello di attenzione su investimenti di breve e medio periodo negli impianti di produzione – continua Agostini – lo stesso non si può dire per gli investimenti strategici di lungo termine nella supply-chain. E’ la parte alta della filiera su cui si gioca la partita globale delle rinnovabili ed in questo senso essa sta diventando sempre più rapidamente un’opportunità persa per il nostro paese, che nel futuro dovrà continuare a ricorrere all’estero per ottenere le tecnologie dell’energia pulita”.

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