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Istat 2008: le famiglie e il giudizio sull’inquinamento

Sono ben 130 anni che l’Annuario statistico italiano, la più importante fra le pubblicazioni a carattere generale dell’Istat, offre un ritratto sintetico e aggiornato del Paese, a testimonianza dell’ampiezza del patrimonio della statistica pubblica. Nell’edizione di quest’anno siamo andati a vedere una voce che riguarda il clima e l’ambiente. Cioè in che modo è cambiato il giudizio delle famiglie italiane tra il 2000 e il 2005 in merito all’inquinamento dell’aria.
La tabella che riguarda l’atteggiamento nei confronti di un problema che ormai è di primaria rilevanza, non tiene conto degli anni 2006, 2007 e dell’anno in corso, ormai in conclusione. Lo diciamo perché proprio in questi ultimi tre anni sono scattati allarmi, informazioni, prese di posizioni dell’istituzione pubbliche di tutto il mondo, e di conseguenza si sono modificati in modo più considerevole sia opinioni che comportamenti. Se, infatti, analizziamo i dati forniti dall’Istat, ci accorgeremo che tra il 2000 e il 2006 a livello nazionale la percentuale delle famiglie che si dichiaravano preoccupate per l’inquinamento è sostanzialmente invariato, passando un 39.90% ad un 41,66%. Solo l’1,76%. Il risultato potrebbe lasciare delusi, nemmeno due punti percentuali in cinque anni.
Ovviamente ci sono grandi divari se andiamo ad analizzare le variazioni regione per regione.
Agli estremi abbiamo la Lombardia dove dal 2000 al 2005 è cresciuta la preoccupazione per l’inquinamento arrivando al 51,31% e il Molise invece con il 13,15%. Questo dipenderà dal fatto che la prima è molto più inquinata della seconda? Oppure che i lombardi hanno una cultura ambientale superiore a quella dei molisani? Osserviamo che sotto quota 19% troviamo oltre al citato Molise, anche la Basilicata, due realtà ancora poco industrializzate, le meno abitate e di conseguenza quelle con una situazione ambientale dove l’inquinamento non si presenta così grave come a Milano o a Roma.

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