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Ispra: tagli per un terzo dei ricercatori sull’ambiente?

A rischio i posti di lavoro dei ricercatori dell'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, una delle istituzioni scientifiche importanti per l'assetto del nostro territorio e per la salute ambientale

(Rinnovabili.it) – La protesta dei lavoratori dell’Ispra, si trascina da tempo ed è arrivata anche sulle pagine dell’ultimo numero di una delle più autorevoli riviste scientifiche, “Science”, con un articolo intitolato “Don’t Shoot Research, Italian Environmental Scientists Protest”:”https://blogs.sciencemag.org/scienceinsider/2009/12/dont-shoot-rese.html, oggi arriva anche al Parlamento con un’interrogazione del Partito Democratico.
Dopo un taglio di circa duecento posti, per il 2010 si prevede il blocco dei rinnovi dei contratti a termine: oltre 250 ricercatori rimarrebbero senza lavoro.
“L’Ispra – si legge nel testo presentato dal PD – è il principale ente pubblico di ricerca che si occupa di ambiente, con molte funzioni fondamentali anche in ambito di controllo ambientale. Per assolvere alla pluralità di compiti, sarebbe essenziale che l’Ispra non perdesse personale né fondi. In questo senso, l’accorpamento dei tre enti che hanno dato vita all’Ispra – Apat, Infs e Icram – avrebbe dovuto corrispondere a una migliore utilizzazione delle competenze tecnico-scientifiche, sia del personale di ruolo sia di quello a tempo determinato e precario”.
E invece sembra che il pericolo di perdere il posto di lavoro interessi oggi più di un terzo dei ricercatori in forza all’istituto.
Già in estate, dai sindacati, era giunto un allarme sui rischi che la costituzione del nuovo Ente avrebbe potuto creare in termini di gestione del personale.
“E’ assurdo e inaccettabile – ha dichiarato Roberto Della Seta senatore del Pd, membro della 13ª Commissione permanente Territorio, ambiente, beni ambientali, – che né il ministro Prestigiacomo né il commissario dell’Ispra abbiano finora accettato d’incontrare i lavoratori in lotta. Li trattano come avversari, quasi come degli intrusi, mentre sono un patrimonio di conoscenza e di intelligenza prezioso, di cui qualunque altro Paese andrebbe fiero. Chiedono solo di poter dare il loro contributo di lavoro e di ricerca in un campo, l’ambiente, che in tutto il mondo vede crescere anno dopo anno gli investimenti sia pubblici che privati”.
Anche Guido Bertolaso ha di recente ricordato “l’impressionante sequenza di disastri avvenuta nel 2009 in Italia – sottolineando che – i tempi sono maturi per un programma che metta a sistema la sicurezza del territorio”. E molti dei compiti di prevenzione ambientale sono proprio dell’Ispra.

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