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ISPRA: presentato l’Annuario dei dati ambientali 2009

L’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale ha presentato oggi a Roma l’ “Annuario dei dati ambientali ISPRA 2009”:https://www.isprambiente.it/site/it-IT/Archivio/Documenti_Home_Page/Documenti/annuario_2009.html. Proprio nell’Anno della Biodiversità il quadro tracciato è quello di una realtà in difficoltà, in affanno, con migliaia di specie animali e vegetali a rischio estinzione ed interi ecosistemi costantemente sotto minaccia. Habitat trasformati dall’aggressiva attività agricola e dal consumo indiscriminato di risorse che andrebbero invece rispettate per garantire alle future generazioni una vita tranquilla, al riparo da problematiche, che non sono altro la conseguenza di un’attività antropica irrazionale di cui si appalesano ora tutti i danni connessi al cambiamento climatico. Dissesto idrogeologico, inquinamento atmosferico e delle falde acquifere e rischi ambientali di vario genere stanno invitando a riflettere in maniera concreta e conducendo lentamente verso l’adozione di politiche orientate alla salvaguardia della Natura.
“L’Annuario si conferma basilare supporto per gli organismi preposti ad analisi e valutazioni ambientali – ha commentato il Commissario dell’ISPRA, Prefetto Vincenzo Grimaldi – e rappresenta il documento di riferimento delle statistiche ambientali nazionali. Uno strumento, pertanto, utile sia al decisore politico, per operare scelte più efficienti, che al cittadino comune”.
“Le stime più recenti dell’ISPRA”, ha affermato in occasione della presentazione del rapporto Stefano Laporta, Sub Commissario ISPRA, “evidenziano un incremento della temperatura media in Italia, dal 1981 al 2008, pari a circa 1°C. Le conseguenze di questa variazione, se pur apparentemente non significativa, ricalcano in Italia un trend globale”.
Nel quadro generale non del tutto confortante spicca però un dato positivo: il patrimonio forestale nazionale risulta in espansione. I dati ci riferiscono un aumento annuo di 5.500 ettari di verde e una crescita delle Zone a Protezione Speciale (ZPS), situazione analoga per il verde urbano.
L’Annuario ISPRA, entrando nello specifico della situazione geomorfologica del paese, oltre a tracciare una panoramica di falde acquifere e corsi d’acqua, si è occupato di delineare la situazione sismica del territorio rilevando, tra i tanti eventi, tre scosse che hanno superato la magnitudo 5. Tali episodi hanno causato danni ingenti, basti pensare all’evento che il 6 aprile 2009 colpì L’Aquila, oltre ad un numero eventi franosi numerosi (485.000 eventi registrati) anch’essi estremamente tragici.
Nonostante l’inquinamento elevato sembrano però in buone condizioni i corsi d’acqua di superficie, al contrario delle falde che, anche se non monitorate nel loro numero totale, si dimostrano inquinate dall’utilizzo di sostanze chimiche in agricoltura, oltre che a livello industriale, e a rischio salinizzazione come conseguenza all’innalzamento dei livelli dei mari e della desertificazione progressiva del suolo.
Probabilmente il fastidio percepito in misura maggiore dagli italiani consiste nella costante esposizioni a fonti di rumore che vanno a generare stress e patologie ad esso legate, tra cui emicranie e disturbi dell’attenzione nonostante i danni maggiori alla salute siano causati dall’elevata percentuale di inquinanti in atmosfera. Come si può leggere nell’Annuario “le emissioni sono passate da 516,3 a 552,8 milioni di tonnellate di CO2 eq nel periodo 1990-2007, mentre secondo il Protocollo di Kyoto l’Italia dovrebbe riportare le proprie emissioni nel periodo 2008-2012 a livelli del 6,5% inferiori rispetto alle emissioni del 1990, ossia a 482,8 Mt CO2 eq, conseguentemente nel 2007 le emissioni di gas serra sono risultate di 70 Mt superiori a quelle dell’obiettivo di Kyoto (+14,5%).
I principali settori che contribuiscono all’incremento delle emissioni di gas serra sono il settore trasporti (+25,47 milioni di tonnellate equivalenti) il settore industrie energetiche (+20,61 milioni di tonnellate equivalenti), il settore residenziale e dei servizi (+3,71 milioni di tonnellate equivalenti), e il settore rifiuti (+0,52 milioni di tonnellate equivalenti)”.

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