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Intesa Regione Puglia-Terna per Valutazione Ambientale

Regione Puglia e Terna, la societa’ responsabile dello sviluppo della rete elettrica di trasmissione nazionale in Italia, hanno siglato oggi un Protocollo d’Intesa per l’applicazione della procedura VAS (Valutazione Ambientale Strategica) alla pianificazione degli interventi di sviluppo della rete elettrica ad alta tensione. Con questo accordo, la Regione Puglia e Terna sottoscrivono un impegno finalizzato ad accelerare e snellire le procedure autorizzative degli interventi di sviluppo sottoposti a VAS, e a sottoporre a verifica preventiva le ricadute ambientali e territoriali delle nuove infrastrutture elettriche nella regione, in una logica di condivisione e concertazione con le istituzioni locali. Migliorare la qualita’ e la continuita’ del servizio elettrico alle imprese e alle famiglie; connettere alla rete elettrica di trasmissione le nuove centrali di produzione, in particolare da fonte eolica; ridurre l’impatto ambientale delle infrastrutture di trasmissione attraverso la razionalizzazione della rete ad alta tensione; risolvere le congestioni sulla rete elettrica che limitano la produzione attuale e futura verso la Campania e la dorsale adriatica; ridurre le perdite di rete, con conseguente abbattimento delle emissioni di CO2 in atmosfera: questi gli obiettivi degli interventi di sulla rete ad alta tensione per i quali Terna ha programmato in Puglia investimenti per oltre 370 milioni di euro nei prossimi anni, in linea con quanto previsto dal Piano di Sviluppo. Tra le opere principali rientrano il raddoppio e potenziamento della dorsale adriatica a 380 kV “Foggia-Villanova”; nuove stazioni elettriche a 380 kV nell’area tra Foggia, Benevento e Salerno, il potenziamento dell’elettrodotto a 380 kV “Foggia-Benevento II”, nuove stazioni elettriche a 380 kV a Bari e Brindisi. Dopo l’allargamento dell’Unione Europea ad est, le lingue ufficiali sono arrivate a 23. Questa diversita’ e’ incontestabilmente uno degli aspetti piu’ caratteristici dell’Unione e deve essere vista come una carta vincente, non certo un problema. Questa la strategia di fondo del commissario europeo al multilinguismo Leonard Orban, che ha presentato oggi una comunicazione con alcuni linee guida ed un appuntamento fissato al 2012 per verificare i passi in avanti compiuti. “La coesistenza armoniosa di numerose lingue e’ un simbolo potente dell’aspirazione dell’UE all’unita’ nella diversita’”, sottolinea il commissario, stimolando stati membri ed autorita’ locali a moltiplicare gli sforzi per una maggiore diffusione del multilinguismo. L’obiettivo da raggiungere e’ la conoscenza di almeno due lingue oltre a quella materna, il che favorira’ la mutua comprensione, la ricerca di un posto di lavoro, ma anche le attivita’ politiche ed economiche di un paese. Paradossalmente uno dei problemi che si pongono ora e’ quello della penuria di interpreti o traduttori di madrelingua inglese. Ma Orban e’ ottimista e si dice “in stretta collaborazione con le autorita’ britanniche, al fine di sensibilizzare gli inglesi sull’importanza dello studio delle lingue”. Il multilinguismo non riguarda solo le 23 lingue ufficiali, “ma e’ aperto a tutte le le lingue parlate in Europa: oltre 60 minoritarie e regionali”. Ce ne sono dodici anche in Italia, e la loro sopravvivenza e’ sancita dall’articolo 6 della Costituzione sulla tutela delle minoranze linguistiche. Si tratta di lingue parlate in diverse aree, che toccano un po’ tutto il territorio nazionale. E vanno dal francoprovenzale al friulano, dal grecanico al ladino, dall’occitanico al sardo.

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