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Intesa GPP-AEF: porte aperte alle aziende con dna “all green”

(Rinnovabili.it) – Una nuova partnership nata sotto il segno delle rinnovabili quella a cui hanno dato vita oggi Grid Parity Project e Asso Energia Future che insieme hanno voluto lanciare “gli stati generali di una nuova aggregazione per i produttori dell’energia dal sole e dal vento, chiamando a raccolta le aziende che hanno come unico ed esclusivo interesse le energie verdi”. Per dare il via alla partnership le due associazioni, che contano sull’adesione di 40 società per un totale di un miliardo di investimenti previsti per il 2011, hanno dato appuntamento questa mattina nella sede del GSE a operatori industriali, fondi di investimento, banche e fornitori di servizi del settore fotovoltaico.
L’incontro di oggi è stato anche l’occasione per ribadire il buon andamento del mercato delle rinnovabili italiane che, secondo le due associazioni, avrebbe portato ad all’istallazione di circa 6.500 MW complessivi di impianti alimentati da fonti rinnovabili. Cifre considerevoli, frutto di investimenti che superano i 15 miliardi di euro.

Grid Parity Project e Asso Energia Future hanno anche ricordato come solo il comparto del fotovoltaico italiano produca energia capace di soddisfare i fabbisogni di circa 750mila famiglie, mentre l’eolico è in grado di coprire i consumi domestici di 7 milioni di italiani. Un ottimo andamento che ha portato gli impianti in esercizio a produrre molto più di quanto previsto nei business plan bancari, il 4% in più in termini di produzione di energia elettrica. Un successo che, nelle aspettative delle due associazioni, si traduce in 200mila posti di lavoro stabili e duraturi, a condizione di riuscire a rendere matura una filiera nazionale.
“Malgrado gli indubbi successi – ha però sottolineato Giovanni Simoni presidente di GPP – resta ancora molta strada da fare: fin da oggi si deve guardare ad una prospettiva più ampia di quella del Nuovo Conto Energia. Se già oggi sui tavoli dell’Enel e di Terna giacciono richieste di allaccio per oltre 130.000 MW (se fossero realizzati tutti si tratterebbe di oltre 400 miliardi di euro) non si può ragionare solo sui prossimi 3.500 MW. Occorre sviluppare e diffondere una ‘cultura’ di settore – ha aggiunto Simoni – inquadrando i problemi e il percorso possibile, confrontando esperienze e ricercando un punto di equilibrio tra tutti gli interessi in gioco”.

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