Sarebbe un po’ come se avessero dato il comando dell’arma dei pompieri ad un piromane. Infatti la riunione dei 15 Paesi che inquinano di più al mondo è stata indetta e sarà condotta oggi e domani da quel Bush che, come è noto, si tira sempre indietro quando c’è da fare una scelta a favore dell’ambiente. E l’elenco è purtroppo lungo: dal protocollo di Kyoto non firmato, al rifiuto di una politica di contenimento del Co2 in sintonia con l’Unione Europea, all’assenza di provvedimenti in Usa che siano vincolanti per le emissioni nocive (addirittura si è messo contro Schwarzenegger, governatore della California) e ora contrasta la prepaprazione della conferenza di Bali. E infatti, nonostante abbia fatto di tutto per non darne l’impressione, non è riuscito a evitare che, quella di oggi e domani appaia come una riunione “alternativa” a quella sul mutamento del clima organizzata lunedì a New York dall’Onu con oltre 80 leader mondiali. Scopo dichiarato della conferenza di Washington, (la delegazione italiana sarà guidata dalla prof.ssa Valeria Termini, direttrice della Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione), è, come al solito,di giungere a riduzioni volontarie delle emissioni di gas nocivi all’ambiente. Sempre misure libere, su base volontaria, nessun controllo, assenza di obiettivi, niente vincoli. Fin qui nulla di nuovo, questo infatti è l’ormai famigerato “Bush-style” in tema ambientale. Probabilmente, questa politica cambierà radicalmente proprio quando cambierà il presidente. (fonte Rinnovabili.it)