Rinnovabili

Inquinamento mortale: è boom nei paesi in via di sviluppo

E’ allarme mortalità per i grandi centri urbani dei paesi in via di sviluppo; mentre l’Europa, negli ultimi 20 anni, è riuscita a ridurre drasticamente alcuni – ma non tutti – dei più nocivi inquinanti, le nazioni emergenti con la loro rapida crescita economica, stanno sperimentando la tendenza opposta. L’annuncio arriva dalla Giornata Mondiale della Meteorologia, che ogni anno il 23 marzo celebra la Convenzione che istituì nel 1950 l’Organizzazione Meteorologica Mondiale (WMO), agenzia specializzata delle Nazioni Unite. E “Il tempo, il clima e l’aria che respiriamo” è proprio il motto dell’edizione 2009, messo in evidenza attraverso una serie di iniziative al fine di ricordare l’importanza delle scienze atmosferiche nella vita sociale ed economica del pianeta. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità circa due milioni di persone muoiono prematuramente ogni anno a causa dell’inquinamento atmosferico, mentre molte altre risultano affette da disturbi respiratori, malattie cardiache, infezioni polmonari. Le particelle sottili o le microscopiche polveri provenienti dalla combustione del carbone e da motori diesel senza filtro sono classificati come una delle più nocive forme d’inquinamento causato da industria, trasporti o riscaldamento domestico. A preoccupare è soprattutto il particolato: “In Asia, molte città come Karachi, New Delhi, Kathmandu, Dacca, Shanghai, Pechino e Mumbai hanno superato tutti i limiti”, spiega Liisa Jalkanen, ricercatrice al WMO. La stessa cosa vale per i grandi centri urbani nel Sud America, quali Lima, Santiago del Cile, Bogotà o il Cairo in Africa. Len Barrie, direttore della sezione ricerca del WMO, ha affermato che le restrizioni predisposte in Europa, in seguito alla preoccupazione suscitata delle piogge acide del 1980, sono riuscite a tagliare le concentrazioni di un altro importante inquinante, il diossido di zolfo (SOx). “In altre aree dove la crescita economica ha fatto un balzo in avanti, come Asia, Cina e India è vero esattamente l’opposto” e anche nel Nord America i livelli sono da tenere ampiamente sotto controllo.

Exit mobile version