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Inquinamento da piombo, l’Onu richiama all’attenzione la Nigeria

Il numero elelvato dei decessi avvenuti in Nigeria all'inizio del 2010 ha spinto l'ONU ad indagare: nell'acqua, suolo e aria sono risultati elevati i livelli di piombo e mercurio il cui assorbimento ha causato circa 18mila morti

(Rinnovabili.it) – L’ONU, in collaborazione con l’OMS, Medici senza Frontiere e Unicef, ha pubblicato un rapporto nel quale invita le autorità nigeriane ad occuparsi dell’inquinamento dei villaggi organizzando a tale scopo un fondo da 2 milioni di dollari. Dopo i casi di intossicazione acuta da piombo registrati nel nord del paese all’inizio del 2010 – con numeri che parlano di 18mila decessi – le inchieste effettuate dall’Unep, il programma delle Nazioni Unite per l’ambiente e dall’Ufficio per il coordinamento degli affari umanitari (OCHA) hanno decretato come la causa principale delle morti fosse proprio l’avvelenamento da piombo che ha contaminato soprattutto le falde.
Ma non è solo l’acqua il problema. Dalle analisi effettuate sono risultati fuori norma anche i livelli di piombo riscontrati nell’aria e nel suolo, con picchi che superano di dieci volte il limite consentito dalla legge che tutela la salute. Pozzi quindi, ma anche stagni altamente pericolosi e livelli di mercurio nell’aria che superano di 500 volte il massimo consentito.
A seguito della pubblicazione di tali dati l’ONU ha quindi esortato le autorità nigeriane a farsi carico della problematica provvedendo alla programmazione di interventi mirati per risanare gli equilibri al fine di garantire la salubrità di acqua, dell’aria e del suolo con l’obiettivo di evitare, ad esempio nelle operazioni di estrazione dell’oro dalle miniere, il rilascio e l’utilizzo di materiali che contengano sostanze altamente pericolose ed inquinanti che minacciano la salute della popolazione e degli stessi lavoratori. Questi ultimi esposti al mercurio e al piombo sono soggetti a danni neurologici, malattie a carico dell’apparato renale mentre nel caso di donne in stato interessante si sono riscontrati danni ai feti e ai bambini, che risultano particolarmente sensibili a tali sostanze.