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India pronta a dare il via alla Missione Solare

(Rinnovabili.it) – Il piano, noto come “National Solar Mission”:https://www.rinnovabili.it/india-una-missione-solare-da-200-gw-401660, era stato annunciato già all’inizio di giugno dal primo ministro Manmohan Singh in persona: portare la produzione solare indiana a 20 GW entro il 2020. Ora, fa sapere Reuters, il governo renderà noto, a breve, il primo obiettivo di questo ambizioso programma da 19 miliardi di dollari con cui il Paese mira non solo a dare nuova certezza energetica alla popolazione ma anche colmare il divario tecnologico nei confronti di un front-runner come Cina.
Nonostante la bozza sia ancora in fase di discussione i target al 2020 apparirebbero confermati e secondo voci di corridoio potrebbe essere adottato formalmente già questo settembre, con l’istituzione di una “Autorità solare”.
Nel dettaglio riferisce l’agenzia di stampa la “missione solare si svilupperà in tre fasi distribuite su trent’anni: 1-1,5 GW di energia solare entro il 2012, 6-7 GW entro il 2017 e il resto entro il 2020. Il governo supporterà l’operazione con incentivi che coprano R&S, realizzazione ed istallazione per ridurre i costi di fabbrica e stimolare la produzione interna.
Dispositivi e applicazioni solari saranno obbligatori in ospedali, alberghi e edifici governativi, mentre nei villaggi e nelle piccole città si incoraggerà l’adozione di questa tecnologia attraverso operazioni di micro finanziamento. Il piano delinea anche un sistema dedicato alle famiglie per la vendita dell’energia in eccesso alla rete e promuove l’installazione di collettori solari in ambito domestico, industriale e commerciale per la produzione di acqua calda. L’India è convinta che l’attuazione del programma possa portare al taglio di circa 42 milioni di tonnellate di biossido di carbonio, d’altra parte i ‘soli’ 20 milioni d sistemi di illuminazione fotovoltaica che rimpiazzeranno il più tradizionale cherosene ne è una dimostrazione.
Il Governo riconferma dunque la sua apertura alle tecnologie low-carbon anche come strategia salva clima, in forte contrapposizione con la fissazione di obblighi di riduzione che ne rallenterebbero lo sviluppo economico.

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