Tanti gli investimenti esteri per realizzare impianti nella nazione asiatica, grazie a costi bassi e margini di guadagno molto elevati
(Rinnovabili.it) – La nuova frontiera dell’off shore su scala mondiale sarà l’India. Una nazione che è stata in grado, in pochissimo tempo, di destare l’interesse delle grandi imprese di settore che hanno trovato, nel paese, il loro vero paradiso. Il motivo? Chilometri di coste, bassi costi per le istallazioni degli impianti e soprattutto grande disponibilità di materie prime. Tutto questo ha reso l’India la destinazione ideale per imprese come _Areva, Siemens_ e _GE_, che stanno già studiando le opportunità di settore offerte dalla popolosa nazione asiatica. I grandi investitori, come Blackston e i grandi fondi di investimento di energia pulita, hanno già puntato sulle aziende che stanno realizzando gli impianti off shore indiani, dal momento che si stima che l’energia prodotta grazie a questi impianti costerà circa il 40% in meno rispetto a quella generata attraverso fonti tradizionali.
Una grande opportunità per il futuro delle energie rinnovabili del Paese, responsabile di uno dei tassi di inquinamento più elevati al mondo. Areva, la più grande azienda costruttrice di impianti nucleari al mondo, ad esempio, ha già stimato che *i costi di istallazione di centrali off shore in India sarebbero del 30-40% inferiori rispetto all’Europa*. Ma sono molte altre le majors dell’off shore a guardare con interesse al mercato indiano. Le tariffe elettriche meno costose saranno, quindi, il principale incentivo alla costruzione di nuovi impianti nel paese asiatico, dal momento che sarà proprio il costo dell’elettricità ad aumentare nei prossimi anni. In India, infatti, il costo dell’elettricità per kilowattora è già lievitato dalle 4 rupie dello scorso anno alle 10 attuali.