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India: cresceranno le emissioni di CO2 pro capite entro il 2030

(Rinnovabili.it) – Come riportava stamattina l’Economic Times, il quotidiano finanziario indiano, il governo di Nuova Dehli ha messo subito le mani avanti dichiarando per voce del ministro dell’Ambiente Jairam Ramesh che “in India le emissioni pro capite che sono oggi circa 1,2 tonnellate di CO2 equivalente e dovrebbero essere circa 2-2 ,5 tonnellate entro il 2020 e arrivare a 3-3 ,5 tonnellate entro il 2030. Pro capite è un limite vincolante oneroso che l’India ha imposto a se stessa”. Questo significa che tutto quello che l’India potrà fare è limitare la crescita delle emissioni.
Si tratta di uno di quei paesi in via di rapido sviluppo che non intende rinunciare alla propria crescita economica e industriale, nella convinzione che siano i paesi ricchi e più sviluppati a dover assumersi dei target di emissioni e dei tagli vincolanti. Tra l’altro adottando questo conteggio delle emissioni dei gas serra con il sistema del “pro-capite”, il governo indiano assicura infatti che le loro emissioni pro-capite saranno pari a quelle dei paesi europei.
L’unica concessione che l’India è disposta a fare è presentare ogni due anni una comunicazione sulle azioni nazionali per evitare i cambiamenti climatici e il loro impatto sulle emissioni. Ma questo era stato reso noto già dal mese di settembre dal ministro stesso, aggiungendo che tali comunicazioni potrebbero essere utilizzate come base per le consultazioni internazionali.
Ciò però ha creato qualche problema al governo perché è stato percepito come un monitoraggio internazionale di istituti finanziati con le (scarse) risorse interne. Ma la leadership del governo è convinta che queste due operazioni sulla comunicazione e sui limiti di emissione pro capite aiuterà ad attenuare la pressione che i paesi del mondo sviluppato stanno mettendo in atto per ottenere limiti di emissione giuridicamente vincolanti.
L’aggiornamento sarà effettuato sia attraverso l’azione esecutiva o legislativa. Questo sforzo significherebbe la configurazione di obiettivi di performance specifiche per l’industria, l’energia, i trasporti, l’agricoltura, le costruzioni e il patrimonio forestale per il 2020 e il 2030.
Queste azioni saranno derivati dal piano d’azione nazionale sui cambiamenti climatici che già Ramesh aveva preannunciato e su cui il governo aveva in mente di varare una legislazione che avrebbe indicato gli obiettivi. Ma per ora su questo non vi è stato alcun progresso, anche se è mancata un’opposizione politica a tale proposta.

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