Con 16 pale e una potenza complessiva di circa 13 megawatt, è il parco eolico più grande del nord Italia. Si trova in località Casoni di Romagna, nei Comuni di Monterenzio e Castel del Rio, ed è stato inaugurato oggi dalla presidente della Provincia di Bologna, Beatrice Draghetti, l’assessore provinciale all’Ambiente, Emanuele Burgin, dal presidente della società Agsm di Verona che ha realizzato l’impianto, Gian Paolo Sardos Albertini, dal sindaco di Monterenzio, Giuseppe Venturi, e da quello Castel del Rio, Salvatore Cavini.
L’impianto ha uno sviluppo complessivo di circa quattro chilometri, spiega una nota della Provincia, con una distanza tra ogni aerogeneratore di circa 200 metri: 12 sono stati posizionati lungo il crinale principale, mentre gli altri quattro sul crinale minore che scende verso la Valle dell’Idice. Le torri sono alte 60 metri mentre il diametro del rotore è di 53 metri. La produzione di energia elettrica dell’impianto basterà a soddisfare il 50% del fabbisogno annuale di tutte le abitazioni delle due Comunità Montane in cui si trovano Monterenzio e Castel del Rio: una produzione annua di 25 milioni di kilowattora di energia pulita e rinnovabile, pari al consumo annuale di 25 mila persone (per uso civile). Sulla strada del progetto, ricorda sempre Palazzo Malvezzi, era finito un ricorso (respinto dal Tar dell’Emilia-Romagna) presentato contro la realizzazione del parco da parte di alcuni cittadini e dalle associazioni ambientaliste Lipu, Legambiente e Asoer.
La presidente Draghetti esprime “grande soddisfazione per questo risultato”, poichè “tra le scelte forti del mandato c’era quella di un uso responsabile ed equilibrato del territorio e delle risorse”. Con questa realizzazione, continua Draghetti, “abbiamo dato un piccolo contributo alle grandi scelte mondiali di sviluppo delle energie rinnovabili”: cioè puntando sull’eolico, “ma anche su impianti fotovoltaici e centrali a biomasse, e ponendo un’attenzione particolare agli stili di vita dei cittadini con i progetti Microkyoto, con Comuni e imprese, e una diffusa attività di sensibilizzazione nelle scuole”.
Per Burgin il nuovo impianto “consente a tutti di toccare con mano come gli impatti sull’ambiente siano infinitamente minori dei benefici”. Quindi, dopo quello di Casoni di Romagna, “speriamo di poterne autorizzare ancora molti altri”.