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In Uk misure più severe per lo stoccaggio sottomarino della CO2

(Rinnovabili.it) – Convinto dell’importanza dei benefici dello stoccaggio sottomarino della CO2 sul clima e sull’impatto ambientale della produzione industriale, il Governo inglese ha deciso di introdurre nuove regole in questo comparto. L’annuncio è arrivato la scorsa settimana dal “DECC”:https://www.decc.gov.uk/default.aspx il _Dipartimento per l’Energia e il Cambiamento Climatico,_ che ha messo a punto un insieme di nuovi dettagli inerenti la concessione delle licenze per lo stoccaggio del biossido di carbonio sotto il livello del mare. Il Governo ha dato lettura delle nuove disposizioni dopo la recente consultazione relativa allo stoccaggio “geologico” dell’anidride carbonica. Nel corso della consultazione sono stati sentiti gli sviluppatori dei progetti, i rappresentanti del mondo industriale ed altri soggetti interessati che hanno potuto fornire al Governo una fotografia delle opportunità e delle necessità di tutti gli operatori del comparto.
La ridefinizione del quadro di parametri da rispettare per ottenere una concessione di stoccaggio della CO2 in Uk si è resa necessaria per migliorare tutti gli interventi in questo settore e ridurre il potenziale inquinamento dei mari a seguito delle operazioni di immagazzinamento sottomarino. In attesa che il nuovo impianto di revisione delle concessioni predisposto dal DECC venga discusso in Parlamento il prossimo 1° ottobre, con l’obiettivo di conformare la legislazione del Regno Unito alle normative europee in questa materia, il Dipartimento per l’Energia inglese ha già fatto una stima del potenziale da poter sfruttare per immagazzinare la CO2. In una nota pubblicata sul sito del Dipartimento si legge infatti che ci sarebbe un “sufficiente potenziale, sotto il Mare del Nord, per depositare oltre 100 anni di emissioni di diossido di carbonio dell’intero Regno Unito”.
Il quadro delle nuove regole verrà comunque definito nelle prossime settimane ma ciò che è certo è che si tratterà di un sistema molto più rigido rispetto al passato in base al quale le licenze potrebbero essere concesse in maniera differenziata. Ad esempio con quelle “di primo grado” si potrebbero concludere operazioni di esplorazione off-shore fino a una profondità di circa 350 metri. Ma nel caso in cui le operazioni dovessero rendere necessarie altre attività sarebbe necessario richiedere una nuova licenza.

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