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In piazza a Roma contro l’atomo

Davanti alla Camera i Verdi hanno dato vita a un sit-in per protestare contro "le truffe e gli imbrogli" del governo in merito al referendum sul nucleare e sul decreto 'ammazza-rinnovabili'

Tutti insieme contro il governo che «con il nuovo decreto affossa definitivamente le rinnovabili», e per chiedere agli italiani di «diventare sentinelle della democrazia» al fine d’arginare «le truffe e gli imbrogli» dell’esecutivo. Si è espresso così questa mattina davanti a Montecitorio il presidente dei Verdi e capogruppo alla Regione Lazio, Angelo Bonelli, spiegando le ragioni che sono alla base del sit-in di protesta. «La bocciatura della Conferenza Stato-Regioni è significativa – prosegue Bonelli – E non è accettabile ciò che afferma il sottosegretario allo Sviluppo economico, Stefano Saglia secondo il quale il Decreto è da approvare così com’è per poi modificarlo nei prossimi mesi». Ed effettivamente si tratterebbe, se fosse vero, dell’ennesimo stop and go nel giro di un anno che farebbe scappare anche l’investitore più motivato.
«Insomma, il governo affossa le rinnovabili e guarda al nucleare: è questa la doppia truffa Berlusconi. – prosegue Bonelli – La veritá è che il presidente del Consiglio, vuole levare qualsiasi “ostacolo” al suo progetto nucleare cancella il referendum sul nucleare, cancella le rinnovabili». A questo proposito i Verdi questa mattina hanno presentato la campagna “Noi votiamo lo stesso”, perché: «noi vogliamo che il referendum si svolga comunque al di là dei giochetti truffaldini del Governo» continua il leader del Sole che Ride. «Per ovviare agli effetti della “moratoria-truffa” sul fronte politico recluteremo tra la società civile le sentinelle della democrazia, ovvero 180 mila scrutatori per difendere il voto del 12 e 13 giugno che in ogni caso faremo, anche in una forma parallela», ha concluso Bonelli. Intanto in giornata la mobilitazione a sostegno delle rinnovabili ha visto altri appuntamenti oltre quello di Montecitorio. Un sit-in è stato organizzato sotto la sede Rai di viale Mazzini dal Comitato vota si per fermare il nucleare per chiedere «una corretta informazione sui referendum di giugno», mentre un presidio si è svolto sotto la sede Enel di Roma per chiedere l’abbandono da parte dell’azienda delle politiche industriali tese allo sviluppo del nucleare.