Il Ministero della Sanità afgano, stimando che le vittime sono oltre 3.000 all’anno e le persone con problemi di respirazione circa 480.000, teme un disastro per il prossimo futuro
(Rinnovabili.it) – Sottoprodotti di carburante di pessima qualità, polvere e cattiva qualità dell’aria: secondo gli esperti si tratterebbe di un mix che per gli abitanti di Kabul è più letale della guerra. A lanciare l’allarme è stata la National Environment Protection Agency: sono oltre 3.000 all’anno le persone che a Kabul muoiono a causa dell’inquinamento. Negli ultimi anni, infatti, la capitale afgana è diventata piuttosto invivibile. Progettata per circa un milione di persone, oggi la città ne contiene quasi cinque milioni, la maggior parte dei quali si trova in condizioni al limite della vivibilità. I generatori di energia elettrica a diesel, per esempio, sono diffusissimi non solo tra le famiglie, ma anche tra i gestori delle grandi fabbriche; le strade sono spesso intasate da auto ormai obsolete, quindi altamente inquinanti, ed essendo sterrate rendono inevitabile la diffusione di polvere, causa di un’aria ancora più irrespirabile; inoltre, durante i mesi più freddi, le persone bruciano tutto ciò che trovano, persino la plastica, per potersi riscaldare. Il Ministero della Sanità afgano ha dichiarato che la cifra dei soggetti che soffrono di problemi respiratori si è triplicata nel corso degli ultimi sei anni e ammonta oggi a 480.000. La maggior parte delle persone cerca di ripararsi come può, con mascherine anti-smog o sciarpe, ma gli effetti sulla salute sono ormai diffusi ed evidenti: fatica a parlare o a stare in piedi per troppo tempo. La difficoltà a trovare una soluzione è dovuta anche al periodo storico in cui si trova il Paese, provato da ormai tre decenni di guerra, ma nell’ambito anche di un confronto internazionale, forse qualcosa si sta muovendo: il giovedì e il venerdì sono stati indetti giorni ufficiali di vacanza ed è inoltre stata vietata l’importazione di vecchie auto.