Rinnovabili

Impatto zero su scala urbanistica: tre esempi di eccellenza

Tutte le attività umane, e in particolare quella edilizia, hanno un impatto sull’ambiente. Esso può essere contenuto attraverso un nuovo approccio progettuale, utilizzando nuove metodiche costruttive, tecnologie per l’utilizzo di energia da fonte rinnovabile e materiali con un ciclo di vita energicamente contenuto. A questo proposito abbiamo analizzato tre interessanti esempi internazionali in cui sono stati perseguiti gli obiettivi di realizzare interi quartieri a impatto zero: il primo riguarda la riqualificazione del porto di Middlesbrough, nel nord est dell’Inghilterra; il secondo il quartiere Vauban a Friburgo, in Germania; l’ultimo sarà realizzato a Dongtan nei pressi di Pechino, attualmente una delle regioni al mondo che produce più inquinamento.

*Il Regno Unito con Middlesbrough centra un altro obiettivo a impatto zero*

Il MIPIM, ovvero il Mercato Internazionale della Proprietà Immobiliare, all’interno del quale sono presenti tutti i più importanti attori del settore, ha anche il compito di assegnare premi di notevole interesse dal punto di vista della sostenibilità ambientale e architettonica.
Quest’anno, ad esempio, una giuria di esperti di fama internazionale del mercato immobiliare, ha deciso di assegnare un premio come “miglior progetto urbano” all’intervento presentato dall’architetto Will Alsop per il vecchio porto di Middlesbrough (zona nord-est del Regno Unito).
Impegnato nella riqualificazione delle città industriali del nord dell’Inghilterra, attraverso un programma di coinvolgimento dei cittadini, William Alsop, è da sempre riconosciuto per le sue opere come uno degli architetti più anticonformisti nella scena anglosassone.
Il progetto in questione, che lo vede protagonista, prevede la trasformazione delle vecchie strutture esistenti, come ad esempio le torri di raffreddamento, i ponti d’acciaio e i capannoni, in un quartiere dal design accattivante, destinato ad ospitare su una superficie di 40 acri (16 ettari circa) un college per 20 mila studenti, appartamenti, hotel, uffici e servizi vari.
Gli edifici non saranno solo interessanti da un punto di vista estetico, ma in misura maggiore dal punto di vista dell’impatto ambientale. Si tratterà infatti del più grande progetto a zero emissioni (carbon free) il cui principale obiettivo è proprio quello di non consumare in alcun modo energia fossile.
L’energia prodotta deriverà tutta da fonti rinnovabili: case a riscaldamento zero; riscaldamento solare passivo; risparmio del 50% dell’acqua potabile; trattamento ecologico dell’acqua in loco; sistemi naturali di ventilazione; pochi materiali ad alto contenuto energetico incorporato; uso di legno riciclato; incremento del valore ecologico del sito; il suolo come risorsa finita.
L’orientamento degli edifici sarà rivolto a sud, secondo i criteri della bioclimatica, il che permetterà di sfruttare al massimo il calore solare.
All’interno del progetto anche la mobilità ha assunto un ruolo chiave: si punterà ad esempio a ridurre la necessità di spostamento essendo prevista la realizzazione in loco di strutture di interesse commerciale, sociale e ricreativo nonché lavorativo.
A rendere possibile l’investimento da 200 milioni di sterline, che creerà circa duemila nuovi posti di lavoro, è l’accordo tra la privata Bioregional Quintain ed enti governativi, una joint venture fra i no-profit dell’ambientalismo ed un grande immobiliarista inglese, che riporta alla mente un altro progetto realizzato di recente dalla stessa cordata su un’area dismessa a sud di Londra: il “BEDZED” (Beddington Zero Energy Development).
Il consorzio Bioregional Quintain è uno dei primi al mondo a costruire rispettando i dieci punti del programma “un pianeta vivente” sviluppato in collaborazione con il WWF:

• zero emissioni di CO2
• zero sprechi
• trasporti sostenibili
• materiali locali e sostenibili
• cibo locale e sostenibile
• consumo e/o approvvigionamento idrico sostenibile
• rispetto degli habitat naturali e della fauna selvatica
• rispetto della cultura e memoria locali
• commercio equo e solidale
• salute e soddisfazione degli abitanti

*Friburgo, Germania il quartiere Vauban esempio di sviluppo sostenibile*

Se si pensa che Sébastien Le Prestre de Vauban era un ingegnere militare di Luigi XIV, noto per aver fatto costruire alcune delle più mastodontiche fortificazioni dell’epoca, ci si rende subito conto che ad oggi il quartiere di Friburgo e le caserma che porta il suo nome non hanno nulla a che vedere con la tranquilla zona della città: il “Vauban” è considerato il quartiere più ecologico di tutta la Germania.
Quando nei primi anni novanta, dopo l’unificazione, i francesi lasciarono il paese e la caserma, i pianificatori della città e molti cittadini videro in questa un’occasione unica per creare sull’area un nuovo insediamento residenziale estremamente ben collegato, visto che risultava distante solo 2 km dal centro della città, e confinante con una zona verde destinata allo sport e allo svago. Soprattutto però la considerarono una buona opportunità per lanciarsi in un progetto di quartiere ecologico, in cui si metteva in primo piano il rispetto per l’ambiente.
Il Comune di Friburgo ha quindi comprato l’area, di circa 36 ettari, dal Governo federale tedesco per 20 milioni di euro, e ha deciso di rivoluzionare il processo progettuale investendo in una progettazione partecipata. Così, anziché cedere l’area a un costruttore privato, la città ha lasciato alle piccole cooperative di privati la possibilità di progettarsi e costruirsi le proprie case, seguendo in questo modo il concetto di “pianificazione didattica”.
Il programma di sviluppo del quartiere Vauban prevedeva, tra le altre iniziative, anche alcuni elementi di sostenibilità ambientale essenziali:

• allaccio di tutti gli edifici alla centrale termica comunale
• edifici a basso consumo energetico
• smaltimento naturale e uso delle acque piovane

Gli edifici hanno normalmente 3-4 piani, in alcuni luoghi periferici salgono anche a 5-8.
La superficie destinata all’edilizia residenziale è di 25 ettari circa; il rapporto tra la superficie coperta e quella dell’area complessiva è di 0,45; il rapporto tra la superficie dei piani e quella dell’area complessiva è di 1,3. L’obietto principale era creare un quartiere a basso consumo energetico e ridurre del 50% i consumi e le emissioni di CO2; per questa ragione furono progettate e realizzate tre tipologie di edifici residenziali:

1. quelle con consumo energetico La Cina, che ha accumulato il triste primato di essere la regione al mondo che produce il maggior inquinamento da anidride carbonica insieme all’India, sta cercando di saldare il suo debito nei confronti del resto del mondo con l’ambizioso progetto di realizzare la costruzione di ben 400 città ecologiche nei prossimi vent’anni. La prima della lista è Dongtan.
Il maxi esperimento nel continente asiatico è cominciato nel mese di novembre del 2005, quando il presidente Hu Jintao era in visita a Londra. In quella occasione si è tenuta, nella capitale del Regno Unito, una cerimonia per la firma dell’accordo che prevedeva l’intervento degli ingegneri inglesi in collaborazione a quelli cinesi nella costruzione di una città (delle dimensioni di una grande capitale europea) dall’impatto ambientale nullo. Una città assolutamente ecologica che dovrebbe, entro il 2040, essere pronta a ospitare fino a 50 mila abitanti.
La scelta della collocazione geografica è ricaduta nell’isola di Chongming, nata dal fango alluvionale del grande fiume e terza della Cina alla foce dello Yang-tze, a pochi chilometri a nord di Shanghai. Il suo territorio, fin dal 2004, è stato riconosciuto dal governo cinese centro naturalistico turistico ed ecologico di rilievo nazionale. L’isola è da sempre un paradiso ornitologico al centro di una regione altamente popolata, e oggi tra le più inquinate del pianeta.
Dongtan, sulla punta meridionale dell’isola sarà, secondo i primi progetti, una città residenziale, e turistica, di fascia molto alta. Andrà ad occupare una superficie di 630 ettari di terreno (pari a circa 86 chilometri quadrati), circa 3/4 di quella di Manhattan, e verrà costruita con criteri ecocompatibili, in quanto è stata progettata con una pianificazione urbanistica all’avanguardia e molto attenta a ridurre le esigenze di mobilità, voce affrontata con particolare interesse. La rete di trasporti pubblici (elettrici e a celle combustibili a idrogeno) dovrà assicurare infatti spostamenti a piedi di dieci minuti al massimo, in ogni punto della città.
Saranno creati una serie di centri collegati da piste ciclabili e veri e propri corridoi per i trasporti pubblici anche sottomarini; sotto il fiume correranno le metropolitane verso Shanghai e una prima fase di infrastrutture di base, ovvero un tunnel ed un ponte che collegheranno l’isola alla capitale, dovrà essere completata entro il 2010, anno dell’Esposizione mondiale proprio a Shanghai.
Sulle strade viaggeranno soprattutto veicoli a propulsione ibrida elettrici o a idrogeno.
Gli edifici dovranno essere tutti energeticamente autosufficienti, dotati di tetto fotovoltaico e turbine eoliche. Gran parte della città verrà alimentata anche dalle biomasse; i rifiuti verranno riciclati e una parte sarà riutilizzata come concime per i terreni agricoli.
L’autosufficienza dovrà riguardare anche l’aspetto alimentare, se si pensa che la progettazione di Dongtan dovrà essere “aperta” ed estendersi per almeno due decenni nel futuro; si prevede infatti che per il 2010 la città ospiterà 25.000 abitanti per averne già 500.000 nel 2030.
L’intera isola dovrà essere caratterizzata da un forte attività agroindustriale (sostenibile) con estensione delle acquaculture (già esistenti) e di fattorie organiche.
Dongtan, nata per essere una sorta di appendice su base ecologica ma anche lussuosa per gli affaristi di Shanghai, promette di essere una miscela di attrazioni in una combinazione paesaggistica naturale con zone ecoturistiche, vedi la zona paludosa nella parte meridionale dell’isola che costituirà un punto di forza per il turismo.
Il progetto di questa imponente opera è affidato alla Shanghai Industrial Investment Corp (SIIC) e alla società d’ingegneria britannica Arup, che sta fornendo una vasta gamma di servizi tra i quali sono compresi:

• Disegno urbano
• Progettazione
• Amministrazione sostenibile di energia
• Progettazione culturale
• Gestione dei rifiuti
• Esecuzione di processi di energia rinnovabile
• Pianificazione di affari ed economica
• Evoluzione sociale
• Disegno sostenibile della costruzione
• Architettura
• Infrastrutture
• Architettura del paesaggio
• Ecologia

Il progetto di Dongtan dimostra al mondo come la Cina abbia una nuova e proficua attenzione nei confronti dell’ambiente e allo stesso tempo tende a fornire una metodologia per le altre comunità sostenibili nel pianeta.

Exit mobile version