Nell’analisi condotta appare chiaro come le città, nel loro insieme, siano state responsabili fino ad oggi della maggior parte delle emissioni nocive. Questo è principalmente dovuto alla scarsa attenzione che si è data per decenni sia al processo di costruzione degli edifici, sia ai sistemi ed ai materiali impiegati. Secondo una stima riferita al 1997, a livello globale, la produzione di 1,5 miliardi di tonnellate di cemento ha provocato emissioni di Co2 superiori a quelle prodotte in Giappone nello stesso anno. Ma questo è solo a titolo di esempio, per far capire la portata del fenomeno. Per correre ai ripari in varie città del mondo, è partita una campagna rivoluzionaria che mira a ridurre il consumo energetico negli edifici utilizzando fonti rinnovabili, riutilizzando l’acqua piovana e adoperando materiali ecocompatibili. Esempi eclatanti sono quelli di Melbourne in Australia, dove i nuovi edifici devono essere provvisti di certificazione energetica, e della Cina, nella città di Rizhao che punta a sfruttare in pieno l’energia solare, in controtendenza rispetto al locale sfruttamento del carbone. (fonte Ansa).