Rivela l’European Environmental Citizens Organisation for Standardisation: concretizzando a pieno la direttiva 2009 sull’Eco-design si potrebbe fare a meno di 98 reattori del tipo di Fukushima
(Rinnovabili.it) – Non sempre aumentare la produzione è la risposta giusta. Per scongiurare crisi di approvvigionamento e assicurare una fornitura energetica costante basterebbe semplicemente “risparmiare”. A fare i conti di quanto l’Unione Europea potrebbe beneficiare da un uso più razionale dell’energia è ECOS, _l’European Environmental Citizens Organisation for Standardisation._ Riprendendo i dati già pubblicati nel rapporto ““Ecodesign delays costing billions of Euros””:https://www.ecostandard.org/downloads_a/final_gap_study.pdf dello scorso dicembre, l’organizzazione spiega che se l’Unione attuasse rapidamente e fino in fondo la direttiva 2009 sull’Eco-design, il risparmio energetico negli usi finali ridurrebbe la necessità di altri impianti nucleari entro il 2020.
La norma comunitaria, voluta da Bruxelles per ridurre l’impatto ambientale dei beni di consumo a partire dalla fase di progettazione, ha difatti registrato parecchi ritardi nell’attuazione e solo 11 dei 41 gruppi di prodotti coperti dalla direttiva sono stati finora approvati. In un’intervista ad EurActiv ECOS ha rivelato che la parziale attuazione finora ha permesso di risparmiare circa 340 TWh l’anno negli usi finali dell’energia, l’equivalente della produzione di 62 reattori della tipologia presente nella centrale di Fukushima. E se venissero definitivamente fissati standard di efficienza energetica per tutti i gruppi di prodotti individuati si potrebbe *risparmiare altri 540 TWh*, lo stesso output di 98 reattori ordinari o di 49 di quelli EPR.