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Il Principe Carlo vuole una baraccopoli eco-friendly per l’India

Anche l’India potrebbe avere presto la sua Poundbury, il villaggio sperimentale situata nella contea di Dorset progettato e realizzato a favore di una “scala umana” dove lo spazio per il cittadino ha il sopravvento su quello destinato alle auto. L’esperimento inglese nasce da un’idea del Principe del Galles che ora è pronto a replicare il successo ad oltre 7.000 km di distanza dall’eco-cittadina britannica. Secondo quanto rivelato dal Daily Mail l’erede al trono vorrebbe costruire una sorte di baraccopoli ecologica che possa ospitare 15.000 indiani indigenti.
L’ispirazione, come ammesso dallo stesso principe Carlo agli organi di stampa è arrivata dopo aver visto il film vincitore dell’Oscar ‘The Millionaire’. “Quando si entra in una baraccopoli – ha spiegato il Duca di Cornovaglia – quello che dal di fuori sembra un cumulo immenso di plastica e rifiuti, si rivela poi essere una rete intricata di strade in miniatura con negozi, case e botteghe, ognuna fatta di qualsiasi materiale arrivato a portata di mano. Abbiamo molto da imparare su come i sistemi complessi possono auto-organizzarsi per creare un insieme armonioso”.
Una concentrazione fitta e determinata che Carlo vuole replicare in Utopia, questo il nome del progetto, declinando però la realizzazione ai canoni della sostenibilità. Il piano prevede di trasformare una fascia di 25 acri di terreno incolto indiano nella periferia di Calcutta o di Bangalore in una “mini oasi nel deserto” comprendente scuole, negozi e 3.000 case in un’area delle dimensioni di 14 campi da calcio.

La nuova città, destinata ai residenti principalmente di bassa casta, sarà “ad alta densità, ma piacevole”, ha riferito un portavoce del Principe; grandi tetti sovrastati da palme raccoglieranno l’acqua piovana che verrà utilizzata per la doccia e i servizi igienici, prima di essere riciclato per le esigenze delle piante acquatiche. Ombreggiatura e ventilazione naturale serviranno a combattere le temperature che regolarmente raggiungono i 38°C. Invece di fogne a cielo aperto, e blocchi di servizi igienici comuni come è tipico trovare nelle baraccopoli indiane, i residenti avranno servizi igienici individuali e di strutture di deposito e raccolta per i rifiuti. Un villaggio dunque più attento all’ambiente e alle persone ma realizzato sullo schema indiano e che costituirà solo il primo di una serie di progetti di eco-sviluppo nel subcontinente ad opera dalla Foundation for the Built Environment di Carlo.
Il portavoce ha aggiunto: “Si tratta di rendere queste comunità luoghi ideali per vivere, anche se le condizioni naturali possono apparentemente renderlo difficile”.

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