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Il Parlamento Turco dice sì alla legge sulle rinnovabili

La nuova normativa limiterà il volume di energia che allo Stato è consentito acquistare e determinerà i prezzi a lungo termine per la cessione dell’elettricità alla rete nazionale

(Rinnovabili) – Nuova regolamentazione per il mercato delle energie rinnovabili in Turchia. Il Parlamento turco ha, infatti, approvato in questi giorni una normativa che fissa prezzi garantiti per l’energia verde ponendo un limite al volume energetico che lo Stato potrà acquistare (600 MW fino al 2013). I prezzi saranno 7,3 centesimi di dollaro per kilowatt-ora per l’energia eolica e idroelettrica generata in impianti autorizzati, 13,3 centesimi per il solare e 10,5 centesimi per la geotermia e saranno validi per un periodo di dieci anni per tutti gli impianti realizzati tra il 2005 e il 2015. Nel caso in cui gli operatori utilizzino tecnologia e materiali locali negli impianti è previsto un incentivo aggiuntivo di 0,4 centesimi fino a 2,4 dollari per kilowatt.
Una mossa a lungo meditata da Ankara con cui oggi la nazione intende incoraggiare idroelettrico, eolico e solare per ridurre la dipendenza dal gas dall’Iran e dalla Russia e soddisfare un domanda energetica che sta crescendo circa del 7 per cento l’anno, secondo le stime del governo. Per il ministro all’Energia Taner Yildiz si tratta di un grande passo avanti per il paese. “Abbiamo approvato una legge che creerà nuovi posti di lavoro e favorirà gli industriali in nuovi settori”, attirando 30 miliardi dollari di investimenti in 20 mila megawatt di potenza da fonte pulita.
Critico invece Tanay Sidki Uyar, professore all’Università di Marmara e capo del ramo turco dell’Associazione europea delle energie rinnovabili Eurosolar. “Mentre la Germania sta cercando di ottenere il 100 per cento della sua energia da fonti rinnovabili entro il 2050 e l’Inghilterra mira a ridurre le emissioni di carbonio a zero, la normativa della Turchia – un paese che ha grandi potenzialità in termini di vento e sole – avrebbe dovuto promuovere le rinnovabili molto di più. E invece di sostenerle, la legge mette limiti alla produzione”, ha affermato Tanay Sidki Uyar.

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