(Rinnovabili.it) – Nonostante il count down fosse iniziato da un po’, per poter vedere il nuovo Piano d’Azione sull’Efficienza Energetica di Bruxelles bisognerà inevitabilmente attendere la primavera 2011. A rivelarlo è EurActive che entrato in possesso di un documento preliminare fornisce qualche piccola anticipazione sulle pagine che guideranno gli Stati Membri nel futuro prossimo. Una bozza, come riporta lo stesso EurActive, che delude un po’ le aspettative riportando obiettivi con un’ambizione decisamente minore rispetto a quella del Piano del 2006 ma soprattutto considerazioni poco positive di quanto raggiunto fino a oggi e di quanto previsto per il 2020. Il testo infatti riconosce che alla luce delle ultime proiezioni l’Unione Europea non raggiungerà l’obiettivo di ridurre il consumo di energia del 20% entro il 2020. “L’Europa ha fatto solo la metà del percorso”, sostiene il documento e la strada per raggiungere la meta sembrerebbe ancora lunga. Non mancano ovviamente gli stimoli giusti: fare centro significherebbe infatti iniettare almeno 70 miliardi di euro l’anno nell’economia europea attraverso una riduzione delle bollette energetiche e nel contempo assicurarsi un taglio delle emissioni di CO2 per 560 milioni di tonnellate. Il documento di due pagine contenente le idee preliminari presenta la strategia che sarà messa in campo nei cinque settori chiave – edilizia, trasporti, industria, settore energetico e pubblico – tuttavia, il piano d’azione sembrerebbe privo di proposte concrete per la legislazione.
Nel settore delle costruzioni viene respinta l’idea di fissare delle classi di riqualificazione obbligatorie per gli edifici al fine di migliorarne l’efficienza, sottolineando che né gli Stati membri, né l’esecutivo Ue possono costringere gli utenti a ristrutturare. Identifica, invece, i principali ostacoli alla riqualificazione degli edifici esistenti come gli elevati costi iniziali e le competenze professionali ancora assenti.
Altri suggerimenti concreti includerebbero certificati bianchi che impegnino le imprese energetiche ad aiutare i propri clienti a risparmiare energia e la possibilità di estendere la direttiva sulla progettazione ecocompatibile affinché includa requisiti minimi di efficienza a livello di sistema.
Si valuta anche l’idea di introdurre criteri di efficienza energetica negli appalti pubblici, in modo che le autorità siano le prime a dare l’esempio.