Il Mostro, cioè la centrale nucleare di Chernobyl, ancora non è stato smantellato e per la bonifica dell'area ci vorrà ancora mezzo secolo.
Affidiamo alle parole di Legambiente, la commemorazione dei 23 anni che cadranno domenica prossima dalla tragedia nucleare del reattore di Chernobyl.
Reattore che, come citavamo in un nostro “articolo”:https://www.rinnovabili.it/nucleare-economico-chernobyl-smantellata-nel-2095-520045, ancora non è stato del tutto smantellato e ci vorranno ancora cinquant’anni perché la zona ritorni ad una certa normalità. Ecco perché nel nostro titolo l’abbiamo soprannominato il “Mostro” che non è sparito.
Ma torniamo ai ricordi che ci suggerisce Legambiente.
”Due esplosioni, una dietro l’altra, la notte del 26 aprile 1986 al reattore della quarta unità di Cernobyl. 11 miliardi di miliardi di Bequerel la radioattività rilasciata dalle esplosioni, un valore 30 miliardi di volte superiore alla dose massima utilizzata per terapie radiologiche di tumori, con 6 pompieri, 24 dipendenti e 31 liquidatori morti quasi subito per effetto delle radiazioni immediate e un numero difficilmente quantificabile di vittime per gli effetti a lungo termine di quelle assorbite”.
E’ il ricordo della catastrofe più grave della storia del nucleare civile.
”Dieci i giorni impiegati per spegnere gli incendi, 130 mila gli abitanti dei 76 villaggi evacuati nel raggio di 30 km dalla centrale. La centrale di Cernobyl ha cessato la sua attività il 15 dicembre del 2000, ma ancora oggi le conseguenze sono gravissime. Il fall-out radioattivo, infatti, ha interessato oltre 150mila chilometri quadrati di territorio tra Bielorussia, Ucraina e Russia, coinvolgendo piu’ di 3 milioni di persone – ricorda Legambiente – per non perdere la memoria e ribadire il suo ‘no’ ad un ritorno a produrre energia nucleare in Italia”.
Il responsabile scientifico di Legambiente Stefano Ciafani tiene a precisare che ”A 23 anni dall’incidente di Cernobyl, il nucleare pone ancora gravi problemi di sicurezza, non abbasserà affatto la bolletta energetica nazionale, non ridurrà la dipendenza italiana dall’estero e non ci permetterà di rispettare la scadenza europea del 2020 per la riduzione delle emissioni di gas serra prevista dall’accordo europeo 20-20-20′. Non è del nucleare che l’Italia ha bisogno per rilanciare l’economia e risolvere la sua dipendenza dalle fossili – conclude Ciafani – ma di un mix di efficienza, risparmio energetico e fonti rinnovabili”.
Il “Cernobyl Day”, iniziativa internazionale coordinata a livello europeo da “Sortir du Nucleaire” (una federazione francese di 842 associazioni che si battono contro il ”potere nucleare”). Molte le iniziative dibattiti, proiezioni di film, banchetti informativi nelle piazze, convegni e rassegne si aggiungeranno a centinaia di eventi simultanei annunciati per il 25 e 26 aprile.