(Rinnovabili.it) – Le lettere svedesi viaggeranno su dei veicoli Fiat alimentati a metano, come prevede l’accordo tra il gruppo industriale torinese e la società delle Poste svedesi, che hanno concordato la fornitura di tremila Fiat Fiorino 1.3 Multijet con cambio robotizzato, Comfort-matic a 6 marce, per il servizio postale.
Il ricorso al metano, come carburante di propulsori automobilistici sta crescendo moltissimo, in tutta Europa e anche in Italia sia perché costa ed inquina ancor meno del Gas Propano Liquido (GPL) e poi perchè permette (come il GPL d’altronde) di rendere “ecologica” anche una vecchia vettura con consumi ed emissioni oggi non più tollerabili.
Nessuna tecnologia sofisticata, qualche semplice modifica all’alimentazione, un serbatoio dedicato e “voilà” il gioco è fatto.
E anche molte, se non tutte, delle nuove serie che vengono presentate dalle case automobilistiche hanno in gamma un modello a GPL o a Metano o addirittura entrambe.
Sul mercato italiano un freno all’aumento del consumo di questo carburante è costituito dalla scarsa diffusione delle pompe per il rifornimento, ancor meno capillare di quella del GPL che, anche se non ha raggiunto la densità di quelle del diesel o della benzina, gode una distribuzione ormai sufficiente. Mentre per il metano, su questa strada, si è ancora molto lontani.
Qualche giorno fa anche Nomisma Energia ha presentato uno studio che ha messo in evidenza il potenziale ambientale positivo, dovuto ad un ipotetico aumento del parco circolante a metano in sostituzione di quello obsoleto, anche se dovrà essere accompagnato da un indispensabile raddoppio della rete di distribuzione, sottolineandone i benefici per lo sviluppo economico del settore.
Basti pensare che si tratta di una filiera ricca, che rappresenta quindi una risorsa per il Paese, di oltre ottomila addetti e con un fatturato di oltre 1,4 miliardi di euro .
Secondo le previsioni del responsabile di prodotto del Gruppo Fiat, Daniele Chiari, nel 2009 le immatricolazioni delle vetture a metano saliranno nel nostro Paese a 120-140 mila unità, questo significa il 20% in più rispetto al 2008. Ma anche lui ribadisce che è assolutamente necessaria una rete distributiva più articolata. “Ora come ora – ha concluso Chiari – abbiamo in media nel nostro Paese una stazione di rifornimento per 700 vetture. Sarebbe buono arrivare ad un rapporto di 1 a 300”.
Con politiche di sostegno mirate, il fatturato legato a questo propellente potrebbe apportare un valore aggiunto tale da crescere entro il 2014 fino a 4.000 milioni di euro (contro gli attuali 1,5 milioni) e dare una considerevole spinta all’occupazione arrivando ad oltre 25.000 addetti, (quasi il triplo rispetto agli ottomila di oggi). Con l’adeguato sostegno dalle istituzioni questo settore, che mostra un forte aumento (la quota sul mercato italiano è passata dallo 0,96% del 2005 al 3,66 % del 2008), potrà giungere ad un aumento del gettito fiscale da 400 milioni a 1,2 miliardi di euro.