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Il Giappone guarda alla tecnologia fotovoltaica ‘low cost’ di Big Blue

(Rinnovabili.it) – Con un assiduo lavoro di ricerca gli ingegneri della IBM hanno migliorato l’efficienza delle celle solari thin film realizzate a partire da materiali comuni ed abbondanti come rame, stagno, zinco e zolfo. Dei risultati hanno dato prova già all’inizio del 2010 annunciando d’aver raggiunto una percentuale di conversione della luce solare per i dispositivi CZTS (acronimo dei termini inglesi copper zinc tin sulfur selenide) del 9,6%. Nonostante il valore sia ancora lontano da poter essere paragonato al fotovoltaico in silicio, le promesse appaiono particolarmente attraenti soprattutto perché in questo caso reperire le materie prime sarebbe molto più semplice ed economico. Un’attrazione a cui non è sfuggita la Solar Frontier, società interamente controllata dalla nipponica Showa Shell Sekiyu. L’azienda ha infatti fatto saper d’aver firmato oggi un accordo di cooperazione con la Big Blue al fine di portare le celle solari CZTS dal laboratorio alla produzione industriale.
“Siamo interessati a esplorare le CZTS – ha dichiarato Satoru Kuriyagawa, Chief Technology Officer di Solar Frontier – per la compatibilità evolutiva dimostrata nei confronti della nostra tecnologia a film sottile in CIS. Gli obiettivi del progetto si riallacciano con la missione di Solar Frontier, vale a dire combinare entrambe le soluzioni economiche ed ecologiche dell’energia solare”. Il lavoro di ricerca che prenderà il via dall’accordo servirà una svilupare una tecnologia solare a basso costo e competitiva con gli attuali dispositivi in CIS.

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