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Il futuro della Cina: ecco il rapporto energetico

Il “Rapporto sull’Impronta ecologica della Cina” commissionato dal China Council for International Cooperation on Environment and Development e prodotto in partnership con il Global Footprint Network e il WWF Cina dimostra come il Paese già oggi consumi più del doppio di quanto i suoi ecosistemi riescano a fornire.
Qui di seguito riportiamo il testo integrale dell’introduzione di questo rapporto redatto dal segretario generale del Wwf International, James P. Leape.

Mano a mano che l’economia cinese continua a crescere, cresce anche la domanda di risorse naturali. La Cina, per perseguire uno sviluppo sostenibile, deve, come qualsiasi altro Paese del mondo, possedere una conoscenza chiara della quantità di risorse naturali che sta utilizzando. Questo Rapporto sull’Impronta ecologica della Cina, commissionato dal China Council for International Cooperation on Environment and Development e prodotto in partnership con il Global Footprint Network e il WWF China, rappresenta il primo tentativo di riunire tutte le informazioni utili a ottenere le conoscenze necessarie e riflette l’impegno della Cina a creare una civiltà ecologica. Il cammino verso uno sviluppo sostenibile non sarà facile. Nel mondo è necessario intraprendere urgentemente azioni per contrastare i cambiamenti climatici in atto, per prevenire il sovrasfruttamento degli ambienti marini e forestali e per proteggere le forniture d’acqua dolce. Anche la Cina deve agire.
Tre fattori determinano l’Impronta di un Paese: popolazione, consumi pro capite e quantità di risorse necessarie a sostenere quei consumi. Misurare l’andamento di ognuno di questi fattori e comprenderne le implicazioni aiuterà la Cina nella sua ricerca di metodologie innovative per raggiungere i suoi obiettivi di sviluppo, garantendo alle generazioni future le risorse naturali di cui avranno bisogno per prosperare. L’analisi contenuta in questo rapporto ci dice che oggi l’Impronta ecologica della popolazione cinese è di 1,6 “ettari globali” (gha); ciò significa che, in media, ogni cinese necessita di 1,6 ettari di terreno biologicamente produttivo per soddisfare i fabbisogni del suo stile di vita. Questa cifra risulta ancora inferiore alla media mondiale di 2,2 gha, ma implica comunque grandi sfide.
Infatti, la Cina già consuma più del doppio di quanto i suoi ecosistemi riescano a fornire.
Questo deficit ecologico è in parte coperto dall’importazione di risorse naturali da altri Paesi del mondo, molti dei quali possiedono però essi stessi un debito ecologico. Di conseguenza, poiché l’economia cinese continua a crescere, risulta estremamente importante individuare un modo per “alleggerire” la sua Impronta ecologica. Questo rapporto propone l’approccio “CIRCLE (Compact urban development, Individual action, Reducing hidden waste flows, Carbon reduction strategies, Land management and Efficiency increases)”: sviluppo urbano compatto, azione individuale, riduzione dei flussi nascosti di materie di scarto, strategie di riduzione del carbonio, corretta gestione del suolo e aumento complessivo dell’efficienza.
Due i punti da cui partire: (1) azioni “a breve termine” – azioni semplici, a basso costo e popolari che possano subito iniziare a ridurre l’impronta della Cina – e (2) azioni “a lungo termine” – decisioni prese oggi (costruzione di autostrade, edifici, centrali elettriche) i cui impatti dureranno per decenni. Ma la cosa più importante è iniziare. Questo rapporto rappresenta un primo, importante passo.
Ecco tutto il “rapporto in versione integrale”:https://www.wwf.it/client/ricerca.aspx?root=18855&content=1

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