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Il data center? Portatile e alimentato dal fotovoltaico

Ritorna alla ribalta una notizia del lontano 2006, l’utilizzo di un tradizionale container per il trasporto di merci quale luogo deputato a una server farm completa, con una serie di server e tutti i sistemi di alimentazione e raffreddamento necessari per il suo funzionamento.
Il container una volta trasportato nella destinazione scelta, si rende necessario solo il suo collegamento alla linea di alimentazione elettrica e a quelle idrica per il raffreddamento interno, oltre ovviamente alla connessione ad una dorsale internet.
Trattasi del progetto Blackbox, “scatole magiche,” della Sun, che richiedono il 40% in meno di energia oltre ad essere completamente riciclabili.
Il progetto ha anche un secondo scopo: quello di dimostrare che è possibile ottenere alta potenza di calcolo e affidabilità dei sistemi anche utilizzando poco spazio e poca energia. Questo è uno degli aspetti chiave nella strategia di Sun che proprio sul risparmio di spazio e di energia punta per differenziare la sua offerta da quella dei concorrenti. Spazio ed energia sono due risorse che costano sempre più ed è quindi promettente la scelta della società guidata da Jonathan Schwartz, soprattutto in vista del continuo crescere delle esigenze legate alla nuova generazione di servizi erogati tramite internet.
Al fine di evitare, lì dove non è presente o è impossibile il collegamento alla linea di alimentazione elettrica, Intel sperimenta una “stringa” fotovoltaica in grado di fornire 10 Kwp (data center di Rio Rancho in New Mexico), una goccia dei fabbisogni energetici ma che serviranno per farsi un idea su come organizzare il prossimo futuro energetico.