Un brutto esempio di gestione del territorio, nominato a commissario straordinario di un grande parco nazionale un giornalista da parte del ministero dell'ambiente e con il beneplacito del premier. E' un sintomo molto significativo di come venga affrontato il problema clima-ambiente dalla nostra classe governativa e quale importanza sia attribuita alla salute e alla conservazione del territorio, dell'habitat e dell'equilibro ecologico.
No. “Il commissario Diaconale” non è il titolo di una nuova fiction poliziesca televisiva. Diaconale, Arturo per gli amici, non è un poliziotto, ma fa da sempre il giornalista (tanti anni fa al “Giornale di Sicilia”) e ultimamente è direttore di un foglio politico quotidiano. E’ l’organo di partito (due o poco più parlamentari sotto una qualche sigla) sovvenzionato dalla legge sui giornali di partito. Di così stretta osservanza berlusconiana, da fornire più di un’ipotesi a chi si chiedeva come avesse potuto vivere per tutti questi anni “L’Opinione”, (tale il nome del foglio che dirige) che è più facile trovare tra la posta recapitata agli onorevoli e alle istituzioni che non nelle edicole. E’ chiaro che il suo allineamento alle posizioni del capo dei capi, il suo essere nuclearista convinto lo hanno in qualche modo messo in bellavista agli occhi del premier stesso. Direte voi, ma che c’entra Diaconale con le fonti rinnovabili? Che c’entra la storia del commissario? Già perchè oggi il bell’Arturo è stato baciato dalla dea bendata “et voila” nominato commissario straordinario del “Parco Nazionale del Gran Sasso-Monti della Laga” proprio lui, nato da quelle parti, a Montorio al Vomano, 63 anni or sono.
Qualcuno adesso inizierà forse a chiedersi cosa ci faccia un nuclearista nei panni di “comissario” di uno dei più importanti parchi naturali d’Italia. Che il rapporto preferenziale con Berlusconi sia stato fondamentale, lo sostiene l’ex candidato alla presidenza della regione per il Pd-Idv, Carlo Costantini, il quale ritiene che questa assegnazione di poltrona sia dettata solo «da vincoli politici e professionali che lo legano a Silvio Berlusconi e non, invece, da particolari meriti in materia di parchi ed ambiente, nè da un particolare radicamento in Abruzzo».
Di fatto però è stata la bella ministra dell’Ambiente a coronarlo commissario speciale Ma a quale titolo?
“Era stata annunciata una rivoluzione meritocratica – afferma un consigliere regionale della sinistra, Acerbo – e invece ci troviamo di fronte alla solita riproposizione di uno stile partitocratico”. Sembra insomma che i titoli non contino. Nel caso di specie poi sarebbe come mandare uno zappatore a maneggiare i misuscoli e complicati ingranaggi di un orologio, con tutto il sincero rispetto che nutriamo per gli zappatori, che nel nostro paese sono sempre più rari e sempre più…”clandestini”.
“La logica alla base della politica dei continui commissariamenti che sta caratterizzando l’iniziativa del ministero dell’Ambiente in, materia di Parchi, appare francamente incomprensibile” dichiara Antonio Nicoletti, responsabile Aree protette di Legambiente a commento della nomina del Diaconale.
Se il ministero dell’Ambiente opera con questi criteri nei confronti di aree protette come quelle dei parchi nazionali, quale sarà il suo standard nel proteggere l’ambiente e il clima di tutto il paese?
Se un giornalista, sia pur caro al premier, può essere messo a risolvere i problemi di un parco nazionale, quali criteri saranno stati adottati dal premier stesso per collocare all’Ambiente chi deve difendere il clima e la natura del nostro territorio?
«In questo modo – protesta Nicoletti – si condannano i Parchi alla politica dell’eterna emergenza che consuma inutilmente le risorse economiche e non consente alcuno vero sviluppo dei territori».
E invece forse succederà, quella de “Il Commissario Diaconale” si avvia a trasformarsi da una fiction ad un reality, dove un lavoratore della carta stampata si tramuterà in un esperto di zone protette e specie in via d’estinzione. D’altronde spesso si entra in un realty senza essere nessuno e se ne esce con una fama, un alone di popolarità,la stessa che oggi sembre contare non poco pure in politica.
Ma anche se non immediatamente legato alle problematiche delle energie rinnovabili, del “global warming”, del “climate change”, va ricordato che anche in un caso come questo il collegamento c’è sempre. Ad esempio sappiamo bene che i polmoni verdi della Terra sono quelli che ci aiutano a togliere Co2 dall’atmosfera. E nel “Parco Nazionale del Gran Sasso-Monti della Laga” il verde non è poco. Ma intanto vedremo come potrà caversela il Diaconale e appuntamento alla prossima puntata de “Il commissario Diaconale e il caso del Parco del Gran Sasso”