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Il Cnr rettifica i dati sull’innalzamento delle temperature

Dopo le dichiarazioni del ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio sul vertiginoso aumento delle temperature dell’Italia rispetto al resto dei paesi del mondo, sono giunte senza polemiche le smentite del Consiglio Nazionale delle Ricerche

In base ai dati dell’istituto di ricerca non risulta una differenza di quattro gradi tra l’Italia e il resto del mondo: negli ultimi 150 anni la temperatura nel nostro Paese è salita di un grado, mentre dalle altre parti di 0,74 gradi di media nell’ultimo secolo. La differenza è dunque di 0,26 gradi, ciò vuol dire che il nostro paese si è surriscaldato di un quarto in più rispetto alla media dei cinque continenti, non di quattro volte. Inoltre questa leggera variazione rispetto al dato medio mondiale interessa tutta la zona dell’Europa meridionale. Nella relazione preparata dal Cnr sui cambiamenti climatici in Italia proprio per la conferenza alla Fao si legge che la variazione del nostro paese è di un grado centigrado in 100 anni (nel periodo 1865-2003), più alta del valore medio registrato su scala globale, che è 0,74 °C in 100 anni (dati Ipcc dal 1906 al 2005). Ci può essere stato un fraintendimento di questi dati? Oppure al governo hanno fonti diverse dal Consiglio nazionale della ricerca? Sta di fatto che la differenza di cifre nulla toglie all’allarme sulle ondate di caldo registrata dal Cnr, secondo il quale, il numero dei giorni caldi registrati nei mesi estivi, da giugno a settembre è passato dal 10% del decennio 1960-70 al 40% del decennio 1990-2000. (fonte Il Giornale.it)

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