Rinnovabili

Il cielo di Venezia più pulito con i biovaporetti

“I conti sono presto fatti: con una flotta “diesel” di 58 vaporetti, 64 motoscafi, 23 mezzi per la navigazione foranea, 12 motonavi e 7 navi traghetto, la sostituzione del gasolio con biodiesel e oli alimentari esausti ci permetterebbe di evitare di scaricare circa 60 mila tonnellate di anidride carbonica nell’atmosfera della laguna di Venezia”. Lo ha sottolineato l’assessore alle politiche della mobilità del Veneto Renato Chisso, nel portare il saluto della Regione ai partecipanti del convegno “Biocarburanti per una mobilità sostenibile in Laguna di Venezia”, organizzato alla Scuola Grande di San Giovanni Evangelista di Venezia assieme a Veneto Agricoltura, per presentare lo studio di fattibilità realizzato dal Settore Bioenergie e Cambiamento Climatico dell’azienda regionale per il settore primario. Lo studio si inserisce nell’ambito del progetto europeo Biosire (Biofuels and Electric Propulsion Creating Sustainable Transport in Tourism Resorts), cui partecipano dodici partner di nove Paesi europei (il Veneto è coinvolto con l’Unità di Progetto Logistica) e che riguarda specificamente la possibilità di alimentare con carburanti d’origine agricola e alimentare la flotta di navigazione lagunare. Il convegno è stato introdotto dall’amministratore unico di Veneto Agricoltura Paolo Pizzolato e dai responsabili dei settori operativi pubblici e privati interessati.
L’assessore ha esemplificato la volontà regionale di sostenere sperimentazioni di questo tipo portando con sé una tanica di biocarburante e la materia prima dalla quale è stata ottenuta, materia prima coltivabile ogni anno e dunque rinnovabile per eccellenza. In questo caso si trattava di semi di girasole, ma vanno bene anche mais, colza e così via. La ricerca di Veneto Agricoltura ha riguardato due tipologie di biocarburanti: uno derivante dal recuperare di oli alimentari esausti (quelli delle fritture di pesce, per intenderci. E quindi ); l’altro è invece olio vegetale puro, pure profumato. Questi prodotti energetici di origine biologica potrebbero essere miscelati ai carburanti tradizionali o addirittura utilizzati in loro sostituzione per l’alimentazione dei natanti che solcano la laguna e che attraversano la città. “Una mobilità che utilizzi risorse rinnovabili locali a basso impatto ambientale nel territorio della città più bella del mondo sarebbe un ottimo biglietto da visita per quanti subiscono il fascino di Venezia e vengono a visitarla da ogni angolo del pianeta”.
“E’ però ovvio – ha concluso Chisso – che occorrerebbe anche riorientare fiscalità dei carburanti e supporti economici, per incentivare la creazione di una filiera virtuosa che renda protagonisti gli imprenditori agricoli, i ristoratori veneziani e le aziende di trasporto pubblico. Noi, come Regione, ci siamo”.
Il calcolo sulla non emissione di CO” è stato fatto sulla base della flotta ACTV presente nell’ottobre 2010:
58 vaporetti
23 foranei
12 motonavi
64 motoscafi
7 navi traghetto
164 imbarcazioni
Ipotizzando 160 imbarcazioni per una potenza “media” di 150 kW con un indice di sfruttamento medio del 40 % della potenza , per 15 ore al giorno di funzionamento, per 300 giorni l’anno, con un indice di 3 ton evitate per ogni ton di biodiesel):
60.000 tonnellate l’anno di CO2 evitata se si sostituisce il gasolio con biodiesel.

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