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Il CDM cresce e punta in alto

Il Clean Development Mechanism ha prodotto finora oltre 135 milioni di dollari di crediti in Certified Emission Reduction ed è pronto a raggiungere quota 2,7 miliardi

“Il CDM ha superato un’altra pietra miliare: ora è tempo di riflettere sul nostro successo e raddoppiare gli sforzi per migliorare ed espandere il meccanismo”. Sono le parole di Rajesh Kumar Sethi, capo dell’esecutivo del Clean Development Mechanism (CDM), durante la firma sul millesimo progetto taglia CO2, ovvero lo strumento previsto dal Protocollo di Kyoto, che consente ai Paesi industrializzati di realizzare progetti in grado di compensare le proprie emissioni nei Paesi in via di sviluppo. Finora il meccanismo ha prodotto oltre 135 milioni di dollari di crediti in Certified Emission Reduction (CER) e dovrebbe generare 2,7 miliardi di certificati nel corso del primo periodo di impegno (2008-2012) previsto dal Protocollo di Kyoto. “Con mille progetti in 49 Paesi in soli due anni e mezzo – ha aggiunto Sethi – il CDM bambino ha dimostrato il suo potenziale e sta per diventare un adolescente. E’ chiaro che un potenziale ancora più importante può essere ottenuto, rispettando l’imperativo di garantire l’integrità ambientale e rendendo il meccanismo più semplice possibile”. Attraverso questo scambio di crediti i Paesi in via di sviluppo ottengono forniture di tecnologie avanzate per il miglioramento delle loro centrali elettriche, sia dal punto di vista delle emissioni che da quello del risparmio e dell’efficienza energetica, oppure riducono l’impatto della deforestazione.

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