Il governo canadese ha commissionato uno studio sull’impatto, a livello ambientale, degli impianti di etanolo e biodiesel a seguito di critiche sui loro effetti nocivi
(Rinnovabili.it) – La discussione sulla sostenibilità dei biocarburanti rimane accesa, con un susseguirsi di prove e smentite sugli effetti nocivi a livello ambientale della prima generazione dei combustibili biologici. Ai criticismi sollevati da più parti si aggiungono quelli relativi alla tecnologia produttiva e ad una sua eventuale dannosità, sui cui ora il Governo canadese intende indagare.
Il Ministero dell’Ambiente ha difatti ordinato uno studio per fare chiarezza sulla presenza o meno di implicazioni ambientali dovute agli impianti di etanolo, anche in vista del programma nazionale che, a partire da settembre 2010, prevede l’obbligo di introdurre un 5% di carburante rinnovabile nella benzina.
“Le esperienze degli Stati Uniti e Brasile suggeriscono che gli attuali impianti di produzione di biocarburanti sono responsabili per la generazione di una gamma di nuovi problemi connessi all’aria ed all’acqua”, afferma un documento ministeriale di cui Reuters dà notizia.
D’altronde il Paese ha investito molto nel settore dei biofuel come strada ‘anti-gas a effetto serra’, impegnandosi a distribuire i sussidi per gli impianti per un totale di 1,4 miliardi di dollari nell’arco di nove anni; se fosse confermata una pericolosità in tal senso sarebbe, dunque, una matassa non da poco per il Governo. Il Ministero dell’Ambiente ha inoltre ordinato, lo scorso mercoledì, uno studio sull’impatto ambientale nell’utilizzo delle cosiddette “terre marginali”, come ad esempio i siti contaminati o le fasce di terreno lungo strade e fiumi, per le colture di biocarburanti.