(Rinnovabili.it) – Un team internazionale di scienziati dell’Istituto Leibniz di scienze marine (IFM-GEOMAR, Germania) ha rilevato che l’impatto del cambiamento climatico si aggrava significativamente sulle specie marine sia vegetali che animali a causa delle complesse interazioni che avvengono negli ecosistemi.
Nelle aree costiere sono infatti presenti molte varietà di piante e animali costantemente minacciate dal cambiamento della temperatura che li porta ad adattarsi alle nuove condizioni. Ne è un esempio il Mar baltico, realtà dove il basso livello delle acque e le caratteristiche geografiche e meteorologiche favoriscono gli sbalzi improvvisi di temperatura, i cambiamenti del pH e la variazione della salinità delle acque costringendo piante e fauna a stress che talvolta sono la causa dell’indebolimento dell’esemplare e di una serie di reazioni a catena che possono portare all’estinzione.
“In poche settimane queste fluttuazioni naturali possono superare la media delle variazioni previste per il prossimo secolo a causa del cambiamento climatico” ha dichiarato Martin Wahl, professore di biologia marina presso l’IFM-GEOMAR e autore principale dello studio che ha evidenziato la fragilità e allo stesso momento la forza degli ecosistemi costieri di fronte alle continue minacce del climate change. “Anche le più piccole variazioni di un ecosistema possono avere gravi conseguenze sull’ _intensificazione ecologica_”, ha detto il professor Wahl.
Il team di ricercatori, composto da esperti provenienti da Finlandia, Germania, Paesi Bassi, Portogallo, Svezia e Stati Uniti ha determinato che i fattori di stress abiotici, ovvero ad esempio l’aumento del calore e i fattori biotici come i parassiti contribuiscono alla formazione delle macroalghe anche a profondità e in aree dove fino a pochi anni fa era impensabile riuscissero a sopravvivere.