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Iea: “ripulire” l’energia costerà 10 mila mld

(Rinnovabili.it) – Per Nobuo Tanaka, direttore esecutivo dell’Agenzia internazionale dell’energia (Iea), non ci sono dubbi: un’economia a basso tenore di carbonio verrebbe a costare un totale di 10.000 miliardi dollari fino al 2030 e la maggior parte del denaro dovrebbe essere reperito tramite investitori privati, ma un ritardo nell’azione costerebbe ulteriori 500 miliardi di dollari l’anno. Come a dire più si spende meno si spende.
In realtà l’appello affinchè i governi dei vari paesi aumentino gli investimenti destinati ad elevare il tasso d’efficienza energetica e a sviluppare nuove risorse energetiche non è nuovo.
Per il numero uno della Iea è soprattutto importante che: “Poiché i dettagli di un accordo vincolante potrebbero non essere messi a punto al meeting di Copenhagen, i partecipanti inviino un segnale forte, indicativo e ambizioso che possano orientare gli investimenti e le decisioni di politica energetica a livello globale”. Nonostante il direttore abbia ricordato l’aspetto fondamentale degli incentivi governativi, soprattutto in merito alla fase di decollo delle rinnovabili, ha aggiunto: “Il denaro pubblico costituisce una parte molto limitata di questi 10 mila miliardi. Quindi ciò che è necessario creare è un meccanismo finanziario che strutturi tutto ciò affinché i risparmi di questo investimenti risultino chiari”.
Con un tale sforzo sottolinea Tanaka, le emissioni globali di CO2 sarebbero in declino a partire dal 2020, arrivando a livelli inferiori a quelli attuali entro il 2030. In tal senso la Iea si adopererà con tutti i paesi al fine di trasformare gli obiettivi climatici globali in iniziative concrete per il settore energetico e saranno valutate le implicazioni di energia di ogni obiettivo di emissione proveniente da Copenaghen.

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