Modificare il trend del 2008, puntando tutto su una rivoluzione energetica fatta di tecnologie “low carbon”e un approccio politico integrato. Parola di Nobuo Tanaka
(Rinnovabili.it) – Delicato momento, il 2008, per il settore delle energie alternative. Dopo un triennio d’oro per gli investimenti dedicati, il mercato ha segnato una decisa flessione come conseguenza della recessione mondiale. A fare il quadro della situazione è Nobuo Tanaka, direttore esecutivo dell’Agenzia internazionale dell’energia (Iea) dal palco siracusano del G8 Ambiente. “Rispetto agli aumenti annui degli investimenti sulle rinnovabili del 60-70% tra il 2004 e il 2007 vi è stato un declino significativo nel 2008, crescendo solo del 5%. Sono stati cancellati molti progetti, e la stessa cosa accade per l’efficienza energetica”. Eppure per il numero uno della IEA la crisi economica in atto deve essere il punto da cui ripartire per avviare la tanto citata “energy revolution”, soprattutto a fronte delle insostenibili tendenze attuali nell’uso dell’energia.
“Oggi – ha affermato Tanaka – ci sono dei pacchetti di stimolo che costituiscono una straordinaria opportunità per assicurare una crescita verde: calcoliamo che i paesi membri dell’Agenzia internazionale per l’energia si sono impegnati con 128 miliardi di dollari circa per quanto concerne l’efficienza energetica e l’agenzia seguirà questi pacchetti in maniera molto attenta”. “I governi – ha continuato – devono utilizzare i pacchetti di stimolo per investire in efficienza energetica e soprattutto nelle tecnologie a basso contenuto di carbonio e questo ci aiuterà a vincere la lotta contro i cambiamenti climatici nel lungo termine”. Con l’inquinamento dei gas serra destinato ad aumentare del 45% entro il 2030 in assenza di un tale approccio, la IEA stima che il mondo avrebbe bisogno ogni anno di costruire 20 nuove centrali nucleari, 300 centrali ad energia solare, 18.000 parchi eolici e 30 impianti di cattura e stoccaggio del carbonio per mantenere le temperature entro i livelli di guardia.
La proposta di cui si è fatto portavoce il direttore dell’Agenzia è quella di uno stanziamento globale di 15 trilioni di dollari da spendere per lo sviluppo di tecnologie a basse emissioni di carbonio a patto ovviamente di “un approccio politico integrato”.