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IEA, il CCS sarà un valido alleato nel contrasto al global warming

(Rinnovabili.it) – A due anni dagli impegni presi dai leader del G8 il CCS sta facendo passi da gigante ma sembra ancora lontano il raggiungimento dell’obiettivo di 20 grandi progetti di carbon capture and storage entro il 2020. Per raggiungere la meta i governi e l’industria dovranno aumentare l’impegno. Questo è ciò che suggerisce un nuovo rapporto della IEA, l’International Energy Agency redatto grazie alla collaborazione del Carbon Sequestration Leadership Forum (CSLF) e del Global CCS Institute che verrà presentato ai leader del G8 in occasione del Summit canadese di Muskoka previsto per fine giugno.
Il documento, oltre a dimostrare l’importanza della tecnologia CCS nei meccanismi di riduzione dell’anidride carbonica la affianca alle energie rinnovabili e all’energia nucleare come parte di un mix di sicuro effetto nella riduzione dei danni causati dal cambiamento climatico e alle problematiche future legate al surriscaldamento globale.
Negli ultimi due anni i governi hanno impegnato un totale di oltre 26 miliardi di dollari in finanziamenti a grande scala procedendo entro il 2020 alla presentazione di un piano per agevolare il lancio un numero di progetti stimati tra i 19 e 43 “Questo livello di impegno è molto promettente, come il sostegno del governo è fondamentale per aiutare i progetti in fase di sviluppo a superare gli ultimi ostacoli” ha detto il direttore esecutivo della IEA Nobuo Tanaka mentre Victor Der, presidente CSLF Policy Group ha aggiunto “In misure diverse i governi e le parti interessate hanno fatto passi importanti verso la promozione delle tecnologie CCS e favorendo la collaborazione e la condivisione delle informazioni necessarie per stimolare l’espansione e il progresso globale delle tecnologie CCS. Come questa relazione indica, ci stiamo muovendo costantemente dalla R&S alla commercializzazione di una efficace e proponibile tecnologia CCS”.
Attualmente sono 80 i progetti a vari stadi di sviluppo presenti sul Pianeta, cinque dei quali in funzione e molti in fase finale di realizzazione soprattutto negli Stati Uniti, Canada, Australia e Unione europea, in particolare nel Regno Unito.
Arrivati a questo punto la collaborazione tra industria e governo sembra essere l’unico modo per garantire il futuro sviluppo del settore, deciso a raggiungere gli obiettivi al 2020 fissati dal G8, anche se sarà complicato.

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