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IEA: energia, cuore del problema, nucleo della soluzione

(Rinnovabili.it) – La crisi finanziaria ed economica ha avuto un impatto considerevole sul settore energetico a livello mondiale. Gli investimenti nelle tecnologie inquinanti sono stati rinviati e le emissioni di CO2 potrebbero diminuire a fine 2009 di ben il 3% – la percentuale più alta mai raggiunta nel corso degli ultimi 40 anni. A rilevarlo è l’Agenzia internazionale dell’energia (IEA) nel suo “nuovo studio”:https://www.iea.org/weo/docs/weo2009/climate_change_excerpt.pdf, uno speciale pre-estratto del World Energy Outlook 2009 (WEO) che rivedrebbe dunque in ribasso di un 5% le previsioni per il 2020 rilasciate 12 mesi fa.
Il rallentamento dell’economia, spiega la IEA in comunicato stampa, ha fornito la possibilità di mettere il sistema energetico mondiale su una traiettoria di stabilizzazione delle concentrazioni dei gas ad effetto serra a livelli di 450 parti per milione (ppm) di CO2-equivalenti, in linea con l’aumento della temperatura globale di circa 2 gradi Celsius.
Presentando il documento ai colloqui sui cambiamenti climatici dell’UNFCCC a Bangkok, il direttore esecutivo dell’Agenzia, Nobuo Tanaka ha commentato: “Ciò ci dà la possibilità di fare progressi reali verso un futuro energetico pulito, ma solo se le politiche giuste saranno messe in atto rapidamente. Il successo del processo UNFCCC è fondamentale a questo riguardo”.
“Il messaggio è chiaro e semplice: se il mondo continua sulla base delle politiche energetiche e climatiche attuali, le conseguenze del cambiamento climatico saranno gravi. L’energia è il cuore del problema, e quindi deve costituire il nucleo della soluzione. Per questo motivo, a seguito delle discussioni con i governi membri della IEA e con il Segretariato dell’UNFCCC, ho preso la decisione di presentare un’eccezionale ‘prima’ versione della pubblicazione WEO 2009, per fornire un contributo tempestivo in funzione di un accordo storico a Copenaghen”, ha spiegato Tanaka.
Lo scenario 450 ppm della IEA vede un picco nell’uso di combustibili fossili prima del 2020, e le emissioni di CO2 legate all’energia aumentate di un più 6% nel 2020 rispetto al 2007. Rispetto a uno scenario di riferimento delle politiche attuali, le emissioni nei prossimi 11 anni dovrebbero essere globalmente ridotte di 3,8 miliardi di tonnellate (Gt) per il raggiungimento di tale prospettiva. 1,6 Gt di questa riduzione deve verificarsi nei paesi OCSE, mentre le politiche e le misure in Cina – già oggetto di esame da parte del governo cinese – dovrebbero rappresentare 1 Gt di riduzione. Per raggiungere questa rivoluzione energetica, un incremento di investimenti di 10 mille miliardi di dollari saranno necessari tra il 2010 e il 2030 nel settore dell’energia – pari allo 0,5% del PIL mondiale nel 2020, salendo all’1,1% nel 2030.

“La sfida più grande sarà quello di garantire un finanziamento a sostegno di tale trasformazione, con una particolare attenzione ai paesi in via di sviluppo”, ha detto Tanaka. “Nel 2020, il settore energetico nei paesi non OCSE avrebbe bisogno di investire 200 miliardi di dollari supplementari nell’energia pulita, misure di efficienza energetica per il settore industriale e edilizio e veicoli elettrici ed ibridi di ultima generazione. Per questo, i paesi in via di sviluppo avrà bisogno di un sostegno finanziario da parte di paesi OCSE”. Conclude il numero uno dell’Agenzia “Lo scenario 450 è la via per uno sviluppo verde. Tuttavia abbiamo bisogno di agire ora e con rapidità. Ogni anno di ritardo aggiunge un extra di 500 miliardi di dollari per gli investimenti necessari tra il 2010 e il 2030 nel settore”.

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