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IEA: bene obiettivi UE su clima e CO2

L’Agenzia Internazionale dell'Energia loda i target del pacchetto clima-energia dell'Unione, in particolare per quanto riguarda l'instaurazione e la gestione del sistema ETS e la proposta di “ownership unbundling” fra reti di distribuzione e società di produzione dell'energia

Dopo aver passato in rassegna le politiche energetiche nazionali dei singoli Stati membri l’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA) ha presentato ora a Bruxelles il suo primo rapporto riguardante l’Unione Europea. Il documento, illustrato a grandi linee da Nobuo Tanaka, direttore esecutivo dell’IEA in una conferenza stampa congiunta con il commissario UE all’Energia, Andris Piebalgs appoggia con decisione il famoso “pacchetto” clima-energia ed in particolare gli obiettivi prefissati in materia di riduzione delle emissioni di gas-serra valutando positivamente lo sforzo per mettere a punto le tecnologie di CCS (cattura e sequestro geologico dei gas carbonici) e la proposta della Commissione europea di portare obbligatoriamente le emissioni di CO2 dalle auto nuove a 130 g/km entro il 2012. Lodata anche la proposta di “ownership unbundling”, ovvero la separazione proprietaria fra reti di distribuzione e società di produzione dell’energia, sulla quale l’Agenzia esorta l’UE a rimanere ferma nonostante le reticenze di molti Stati membri. Il rapporto, tuttavia, critica la scelta dell’Unione di non aver reso obbligatorio l’obiettivo di aumentare del 20% l’efficienza energetica e di non aver programmato adeguate risorse finanziarie allo sviluppo delle fonti rinnovabili, stanziando invece somme considerevoli per il nucleare nonostante non rappresenti una risposta a breve e medio termine per le prossime sfide energetiche. Per quanto ciò che concerne le energie rinnovabili, l’invito dell’IEA è quello di definire quali azioni da intraprendere contro gli Stati membri che mancassero gli obiettivi del 2020, e a rimuovere le restrizioni attualmente previste nel ‘commercio dei certificati d’origine’, onde evitare un onere eccessivo per paesi come la Germania che offrono le sovvenzioni più generose o più efficienti alle energie “verdi”.

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