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Idrogeno, la “via italiana” sceglie il laser a UV

Messo a punto da un gruppo di ricercatori una nuova strada per la produzione del gas su cui si riversano le aspettative energetiche del futuro: la fotodissociazione ad alta pressione delle molecole d’acqua.

(Rinnovabili.it) – Tra i tanti progressi e ricerche nel campo dell’idrogeno ecco arrivarne una tutta italiana. Il merito va agli scienziati Roberto Bini, Matteo Ceppatelli, e Vincenzo Schettino dell’European Laboratory for Non-Linear Spectroscopy di Firenze e al loro studio pubblicato in questi giorni sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences. La ricerca mirava a rendere elementi come l’azoto e il monossido di carbonio (CO), inerti in normali condizioni, chimicamente reattivi attraverso l’irraggiamento con laser ad UV e a pressioni di pochi decimi di giga pascal (per fare un conto basti pensare che la pressione a 11300 metri sotto il livello del mare è di circa 100 MPa).
Per ottenere ciò gli scienziati hanno impiegato solo miscele con acqua e nessuna altro componente chimico, evidenziando che, colpite dalla luce ultravioletta, le molecole di H2O si scindono – come da copione – in ioni idrogeno (H) e radicali ossidrili (OH), ma per un tempo sufficiente ampio da favorire la produzione di idrogeno anziché riassociarsi subito in acqua. Lo studio apre dunque a nuove possibilità di produzione del gas sui cui a tutt’oggi si concentrano molte aspettative in materia di energia pulita, soprattutto come efficiente alternativa all’elettrolisi, il metodo finora d’elezione ma anche, purtroppo, energicamente dispendioso.