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Idrogeno: l’elettronica di consumo passa alle cartucce ricaricabili

Sessanta anni di lavoro hanno portato il chimico americano James Dye a realizzare una soluzione economica, portatile ed ecofriendly per ricaricare pc, telefoni cellulari e bici elettriche

(Rinnovabili.it) – Caricare i gadget elettronici in assenza di una presa di corrente potrebbe divenire presto più facile e veloce. Laptop, cellulari e dispositivi GPS si potrebbero convertire alla tecnologia a fuel cell senza perdere d’efficienza con il sistema di ricarica messo a punto da una società newyorkese. Sotto il nome di battesimo di _Mobile-H2_ la statunitense Signa Chemistry ha presentato il proprio progetto per rifornire le celle a combustibile: delle *cartucce contenenti siliciuro di sodio,* una sostanza che produce idrogeno quando viene a contatto con l’acqua.

L’idea per questa innovativa tecnologia è venuta a James Dye, professore di chimica alla Michigan State University, i cui studi sui metalli alcalini hanno portato ad un processo di green per lo sfruttamento della potenza del siliciuro di sodio, che costituisce la fonte del nuovo prodotto Signa.
“Nel nostro laboratorio siamo stati in grado di produrre siliciuri di metalli alcalini, fondamentalmente composti da sodio e silicio, che a loro volta, sono prodotti da sale e sabbia”, ha spiegato il professore.
La società ha elaborato i risultati di Dye realizzando una piattaforma che produce idrogeno a bassa pressione; le fuel cell sviluppate dai partner di Signa per testare i _Mobile-H2_ variano nel formato: da 1 W fino a 3 kW, in grado di alimentare una bicicletta elettrica fino per 160 km.