Fine della controversia che ha interessato per decenni la diga più grande del mondo. Parte dell’energia in eccedenza di Asunciòn potrà essere rivenduta sul mercato libero brasiliano
(Rinnovabili.it) – Itaipù è l’immensa diga idroelettrica realizzata da Paraguay e Brasile sul fiume Paraná, e fino alla scorsa settimana al centro di intensi negoziati tra i due paesi, iniziati nel 1960, in merito alla divisione dell’energia prodotta e alla rivendita della quota non consumata. La pluridecennale controversia, che vedeva il Paraguay fortemente sfavorito, sembrerebbe esser terminata questo sabato allorquando i due capi di Stato, Luiz Inacio Lula da Silva e Fernando Lugo, si sono incontrati nella capitale paraguaina, per modificare il precedente accordo. L’operazione conclusa prevede che a fronte della divisione di un 50% far i due stati, l’eccedenza di Asunciòn (il paese consuma solo il 5% della sua quota) sarà venduta obbligatoriamente a Brasilia ma ad un prezzo di mercato anziché – come precedentemente avveniva – di produzione.
La differenza determinerà una triplicazione delle entrate per il Paraguay, che dovrebbero passare da 120 a 360 milioni di dollari. “E’ un accordo storico”, ha affermato il brasiliano Inacio Lula da Silva nel corso della cerimonia riconoscendo che “i grandi paesi hanno l’obbligo di aiutare le economie più piccole, al fine di potenziare la loro capacità di sviluppo, di iniziativa e competitività”. Lula si è inoltre impegnato a finanziare, tramite l’apertura di una linea di credito agevolato, importanti progetti infrastrutturali in Paraguay tra cui una linea di trasmissione di 350 chilometri lungo la diga per consentire una distribuzione energetica maggiormente diffusa nel paese e a costi inferiori.